Genio del Cristianesimo
Il Genio del Cristianesimo (titolo orig. Génie du Christianisme, ou beautés de la religion chrétienne) è un'opera apologetica scritta tra il 1795 e il 1799 da François-René de Chateaubriand, durante il suo esilio in Inghilterra. In essa Chateaubriand vi difende la saggezza e la bellezza della religione cristiana, finita sotto attacco prima dalla filosofia dei Lumi, e poi dalla Rivoluzione francese. Fu pubblicata in Francia nel 1802, dopo che l'autore aveva usufruito dell'amnistia concessa da Napoleone per gli emigrati, cosa che gli permise di fare ritorno in Francia nel 1800. Napoleone, che aveva appena siglato il Concordato col Papa, inizialmente fece uso del libro di Chateaubriand come strumento di propaganda per attirarsi il sostegno dei cattolici di Francia. Tuttavia, nell'arco di cinque anni, Napoleone ruppe con l'autore e lo allontanò, mandandolo in esilio interno. L'operaConvertito alla religione della sua infanzia durante la stesura del Genio del Cristianesimo, Chateaubriand scrisse quest'opera in seguito alla morte della madre: (FR)
«Je suis devenu chrétien. Je n'ai point cédé, je l'avoue, à de grandes lumières surnaturelles; ma conviction est sortie de mon cœur: j'ai pleuré et j'ai cru.» (IT)
«Sono diventato cristiano. Non ho per nulla ceduto, lo ammetto, a delle grandi forze soprannaturali; la mia convinzione è uscita dal mio cuore: ho pianto e ho creduto.» Egli tenta in quest'opera di «prouver que le christianisme vient de Dieu, parce qu'il est excellent»[1] («dimostrare che il Cristianesimo viene da Dio, perché egli è eccellente»). Con questo obiettivo, egli si interessa in particolar modo ai contributi artistici della religione cristiana, confrontandoli a quelli delle civiltà antiche e pagane. L'idea principale dell'opera è infatti che "solo il Cristianesimo spiega il progresso nella letteratura e nell'arte". Chateaubriand rimprovera agli scrittori del XVIII secolo (filosofi dei Lumi) di non aver conosciuto Dio, con l'eccezione di Rousseau, che avrebbe un'"ombra di religione". Così, per Chateaubriand, Voltaire tragediografo è inferiore a Racine poiché non è cristiano. InfluenzeL'opera Génie du Christianisme ebbe un'immensa influenza nella cultura del XIX secolo, non solo sulla vita religiosa. Scritta con uno stile classico, ma con una sensibilità preromantica, essa glorifica delle nuove fonti d'ispirazione, come l'arte gotica o le grandi epopee medievali. Riflettendo sulla bellezza dei ruderi, essa annuncia il gusto romantico per le rovine (queste rendono ossessionante la questione della morte). La qualità della scrittura del Genio permette di tralasciare il carattere dubbio della sua conoscenza pseudo-filosofica. Soprattutto, quest'opera ha modellato il rinnovamento del cattolicesimo francese del XIX secolo. Ha ispirato numerosi autori, tra cui Dom Guéranger e Félicité de Lamennais. Nella sua prima edizione, il Genio del Cristianesimo comprendeva Atala e René. Edizioni
Citazioni letterarieNel suo celebre romanzo Madame Bovary, Gustave Flaubert cita l'opera del Genio del Cristianesimo, come lettura abituale di Emma Rouault, al secolo Bovary, durante la ricreazione, da ospite e studentessa presso un convento di suore (Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1993, pag.38). Note
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