Gabriele Rossi OsmidaGabriele Rossi Osmida (Venezia, 24 aprile 1943 – Romano d'Ezzelino, 4 maggio 2020) è stato un archeologo e scrittore italiano, esperto in Storia delle Esplorazioni e delle Scoperte Geografiche della Società Geografica Italiana. Stretto collaboratore di Giancarlo Ligabue, condusse ricerche nella ex Jugoslavia, in Romania, in Egitto, in Sudan, in Madagascar, in Niger, in Iran e in Asia Centrale. Fu lo scopritore in Turkmenistan della civiltà del III-II millennio avanti Cristo divenuta nota col nome di Civiltà delle Oasi.[senza fonte] BiografiaNacque a Venezia il 24 aprile 1943. In giovane età fu collaboratore del Museo di storia naturale di Venezia, specializzandosi nella cura dei reperti provenienti dagli scavi subacquei.[1] Socio, e poi vicepresidente (2008-2010) del Centro Studi Ligabue, stretto collaboratore del suo fondatore, Giancarlo Ligabue, con Alberto Angela fu anche responsabile della rivista Ligabue Magazine.[2] Nel 1973, insieme a Giancarlo Ligabue, effettuò una spedizione nel deserto del Sahara, in Niger, scoprendo numerosi scheletri fossili di dinosauri,[N 1] alcuni dei quali di tipo sconosciuto.[3] Sempre nel 1973 curò per l'editore Longanesi i diari dell'esploratore veneziano Giovanni Miani. Con il volume Italia sommersa nel 1974 vinse il IX Premio Lunigiana e quello della Marina Militare, mentre con Le caverne e l'uomo: dal culto della dea madre alla speleologia, nel 1976 vinse il Premio Bergamo abbinato alla allora locale Fiera del libro. Per il volume Polonia millenaria fu insignito dell'onorificenza dell'Ordine al merito culturale di Polonia il 7 aprile 1986. Fu Presidente del Centro Studi e Ricerche Venezia-Oriente "Antiqua Agredo" e direttore della collana "I know the Central Asia" prodotta dalla Casa Editrice Il Punto di Padova.[2] Nel 1996 curò la ristrutturazione del Museo Nazionale di Ashgabat su mandato del Ministero alla Cultura del Turkmenistan e di Eni-AGIP, e fu direttore del progetto "Berel-Altai" (Kazakistan) patrocinato dal Ministero Affari Esteri. Fu responsabile per la parte italiana delle ricerche archeologiche nel progetto congiunto "Gobi Altayn Geo-Archaeology" (Mongolia) promosso dal CNR-IRPI. Honor Professor alla State Academy di Ashgabat (Turkmenistan) dove tenne corsi di propedeutica archeologica e collaborò strettamente con l'Università di Harvard e il Peabody Museum (USA).[1] Per quasi venti anni condusse missioni archeologiche congiunte italo-turkmene in Margiana, sostenute dal Ministero della Cultura del Turkmenistan e dal Ministero Affari Esteri Italiano.[2] Dal 2001 diresse le ricerche nell'oasi di Adji Kui dove scoprì una nuova civiltà del III-II mill.a.C. divenuta nota col nome di Civiltà delle Oasi.[2] Diresse anche le operazioni di recupero e di restauro del sito cristiano nestoriano di Haroba Kosht (Oasi di Merv, Turkmenistan) con il contributo del Consiglio regionale del Veneto.[4] Si spense a Romano d'Ezzelino il 4 maggio 2020, e la sua salma fu successivamente tumulata nel cimitero di Oriago.[1] Onorificenze— 7 aprile 1986
Pubblicazioni
NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
Collegamenti esterni
|