G Velorum

G Velorum
G Velorum
Classificazionegigante bianca
Classe spettraleA2III C ~
Distanza dal Sole828 anni luce
CostellazioneVele
Redshift0,000017 ± 0,000033
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta08h 49m 47,6381s
Declinazione-45° 18′ 28,349″
Lat. galattica-00,8647°
Long. galattica265,2231°
Dati osservativi
Magnitudine app.4,94
Magnitudine ass.-2,08
Parallasse3,94 ± 0,57 mas
Moto proprioAR: -12,39 ± 0,60 mas/anno
Dec: 14,42 ± 0,46 mas/anno
Velocità radiale5 ± 10 km/s
Nomenclature alternative
2MASS J08494763-4518281, TD1 13199, CD -44 4861, Glazar Vel 50, N30 2073, TYC 8152-2275-1, CEL 2972, GSC 08152-02275, PLX 2115, UBV 8587, CPC 0 6617, HD 75710, PPM 313660, UBV M 14804, CPD -44 3126, HIC 43347, ROT 1394, uvby98 100075710, FK5 2698, HIP 43347, SACS 195, GC 12204, HR 3520, SAO 220540, GCRV 5819, IRAS 08480-4507

g Velorum è una stella gigante bianca di magnitudine 4,94 situata nella costellazione delle Vele.[1] Dista 828 anni luce dal sistema solare; in base alla parallasse stellare di 2,7 mas misurata dal satellite Gaia[2] questa distanza è di 1.200 anni luce.

Osservazione

Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste australe. La sua posizione moderatamente australe fa sì che questa stella sia osservabile specialmente dall'emisfero sud, in cui si mostra alta nel cielo nella fascia temperata; dall'emisfero boreale la sua osservazione risulta invece più penalizzata, specialmente al di fuori della sua fascia tropicale. La sua magnitudine pari a 4,9,[3] fa sì che possa essere scorta a occhio nudo solo con un cielo sufficientemente libero dagli effetti dell'inquinamento luminoso.

Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra dicembre e maggio; nell'emisfero sud è visibile anche all'inizio dell'inverno, grazie alla declinazione australe della stella, mentre nell'emisfero nord può essere osservata limitatamente durante i mesi della tarda estate boreale.

Caratteristiche fisiche

La stella è una gigante bianca; possiede una magnitudine assoluta di -2,08 e la sua velocità radiale positiva indica che la stella si sta allontanando dal sistema solare.

Per quanto riguarda la classificazione stellare, la stella è assegnata alla classe A2 III,[4] che indica che si trova nello stadio di gigante della sua evoluzione stellare.

La sua alta velocità di rotazione intrinseca di +5,0±7,4 km/s, corrispondente a una velocità radiale proiettata di 110 km/s,[5] le conferisce una forma di sferoide oblato con un rigonfiamento equatoriale (bulge) che è del 7% maggiore del raggio polare.[6]

La luminosità irradiata dalla sua fotosfera è 914 volte quella del Sole, e la temperatura efficace di 8 150 K.[7]

Note

  1. ^ P. P. Eggleton e A. A. Tokovinin, A catalogue of multiplicity among bright stellar systems, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 389, n. 2, 2008, pp. 869, Bibcode:2008MNRAS.389..869E, DOI:10.1111/j.1365-2966.2008.13596.x, arXiv:0806.2878.
  2. ^ Brown, A. G. A.; et al. (Gaia collaboration), Gaia Data Release 2: Summary of the contents and survey properties, in Astronomy & Astrophysics, vol. 616, A1, agosto 2018, Bibcode:2018A&A...616A...1G, DOI:10.1051/0004-6361/201833051, arXiv:1804.09365.
  3. ^ E. Anderson e Ch. Francis, XHIP: An extended hipparcos compilation, in Astronomy Letters, vol. 38, n. 5, 2012, pp. 331, Bibcode:2012AstL...38..331A, DOI:10.1134/S1063773712050015, arXiv:1108.4971.
  4. ^ Nancy Houk, Michigan catalogue of two-dimensional spectral types for the HD stars, vol. 2, Ann Arbor, Dept. of Astronomy, University of Michigan, 1978, Bibcode:1978mcts.book.....H.
  5. ^ J. H. J. de Bruijne e A.-C. Eilers, Radial velocities for the HIPPARCOS-Gaia Hundred-Thousand-Proper-Motion project, in Astronomy & Astrophysics, vol. 546, ottobre 2012, pp. 14, Bibcode:2012A&A...546A..61D, DOI:10.1051/0004-6361/201219219, arXiv:1208.3048, A61.
  6. ^ G. T. Belle, Interferometric observations of rapidly rotating stars, in The Astronomy and Astrophysics Review, vol. 20, 2012, p. 51, Bibcode:2012A&ARv..20...51V, DOI:10.1007/s00159-012-0051-2, arXiv:1204.2572.
  7. ^ I. McDonald, A. A. Zijlstra e M. L. Boyer, Fundamental parameters and infrared excesses of Hipparcos stars, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 427, 2012, pp. 343–357, Bibcode:2012MNRAS.427..343M, DOI:10.1111/j.1365-2966.2012.21873.x, arXiv:1208.2037.

Voci correlate

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