Fumo (Turgenev)
Fumo (in russo Дым?, Dym) è un romanzo di Ivan Sergeevič Turgenev pubblicato nel 1867. TramaNell'elegante stazione termale di Baden Baden, in Germania, Grigorij Litvinov aspetta l'arrivo della cugina Tat'âna, sua fidanzata, e della madre di lei, con le quali ha programmato di ritornare in Russia per sposarsi. Litvinov evita quanto più possibile di frequentare i suoi fatui e loquaci connazionali, numerosissimi durante l'alta stagione soprattutto attorno ai tavoli da gioco dei casinò. Per Litvinov quel cicaleccio senza nesso e senza vita, è solo "fumo": «e di colpo tutto gli parve fumo, tutto, la propria vita, la vita russa, ogni cosa umana, particolarmente ogni cosa russa. Tutto è fumo e vapore, pensava: sembra che tutto cambi senza sosta, dappertutto nuove forme, fenomeni che inseguono fenomeni, ma in sostanza tutto è sempre lo stesso; tutto si affretta, tutto corre verso qualcosa, e tutto scompare senza lasciar traccia»[1]. Un giorno, Litvinov incontra per caso una sua vecchia fiamma, la bella e capricciosa Irina Pavlovna, nata principessa Osinin; fidanzata di Litvinov dieci anni prima, lo aveva abbandonato poco prima delle nozze per sposare il ricco e insulso generale Valerian Vladimirovič Ratmirov. Donna intelligente e brillante, Irina domina una cerchia selezionata di compatrioti russi, da lei peraltro segretamente disprezzati. Punta dalla freddezza di Litvonov verso di lei, Irina si propone di riconquistarlo, e riesce nell'intento senza grandi difficoltà. Sebbene Litvonov sappia benissimo che Irina non valga Tat'âna, il russo lascia la giovane fidanzata e propone una fuga romantica a Irina. Naturalmente, all'ultimo momento, Irina si tira indietro e ritorna col marito rovinando così per la seconda volta la vita di Litvonov. Questi comunque trova il coraggio di dissipare il fumo da cui vede avvolta la sua vita e tutto ciò che è russo, ritornando in Russia per dedicarsi al lavoro nella speranza di riconquistare l'amore e la fiducia di Tatiana. CriticaTurgenev iniziò la composizione di Fumo alla fine del 1865 a Baden Baden; il romanzo era già completato ai primi del 1867, quando l'autore si recò a San Pietroburgo e diede lettura di alcuni passi ottenendo generalmente consenso degli uditori[2]. Il romanzo fu pubblicato sul numero di marzo 1867 della rivista Il messaggero russo (in russo Ру́сский ве́стник?, Russkij vestnik). La descrizione satirica della vita dei russi a Baden Baden, con aristocratici fannulloni e con riformatori sociali illusi e abulici, suscitò indignazione verso Turgenev sia da parte dei russi filo-occidentali sia da parte dei russi slavofili. Questa indignazione si dileguò quando i russi si convinsero che lo scrittore fosse ormai uno scrittore internazionale, più che russo, e non comprendesse più appieno la Russia dei suoi tempi[3]. Herzen, satireggiato nel personaggio di Stepan Nikolaevič Gubarev, scrisse una recensione negativa del romanzo sulla sua rivista Kolokol[4]. Per Ettore Lo Gatto Fumo è «un romanzo tipicamente turgeneviano per la sempre fresca grazia delle descrizioni della natura, per la ricchezza [...] dei particolari nella pittura d'ambiente, per la caratterizzazione dei personaggi»[3]. I personaggi sono guardati quasi da lontano, tranne forse Potugin, un occidentalista probabile portavoce dell'autore[5]. Litvinov, che dovrebbe rappresentare il russo onesto e positivo della seconda metà dell'800, fu criticato per la sua debolezza e la mancanza di volontà[6]. Debole e indecisa appare anche Irina, la cui figura costituisce il perno delle vicende del romanzo[7]. Per Pietro Citati, «Questo libro di chiacchiere, di vapore e fumo è una grande storia d'amore: la più bella di Turgenev, che possiamo mettere vicino a quella di Anna Karenina»[1]. In base alla testimonianza di John Reed, dopo la rivoluzione d'ottobre il romanzo di Turgenev fu inteso come un saggio sociologico sulla società russa di metà ottocento[8]. Edizioni
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