Fu un pittore del Rinascimento, contemporaneo di Andrea Mantegna, di cui ricalcò lo stile. Seguace di Bartolomeo Montagna, la sua pittura fu influenzata anche dal Perugino[1], che conobbe personalmente nei primi del Cinquecento durante un soggiorno in Umbria[2]; si spostò in seguito a Roma, visitò e studiò la Domus Aurea dove assimilò la tecnica della grottesca, che divenne in seguito uno dei motivi ornamentali caratteristici della sua pittura[2].
Rientrato a Vicenza dopo l'esperienza romana si trasferì prima a Schio e nel 1513 in Tirolo (attuale Trentino), dove operò in vari centri (Trento, Terlago, Seregnano, Calliano); si stabilì definitivamente presso Rovereto, dove morì[2].
Opere
Madonna col Bambino in trono e i santi Giuseppe e Francesco, olio su tela 1520, Milano, Pinacoteca di Brera. Il dipinto ricalca lo schema compositivo della Madonna della Vittoria del Mantegna[3].
Sposalizio mistico di santa Caterina d'Alessandria, 1512, Schio, chiesa di San Francesco, considerato il capolavoro dell'artista.[4]