Francesco Proto
Francesco Marzio Proto Carafa Pallavicino, duca di Maddaloni (Napoli, 28 marzo 1821 – Napoli, 25 aprile 1892), è stato un politico italiano. BiografiaNel 1848 venne eletto come deputato di Casoria alla Camera Napoletana[1]. Dopo un lungo esilio, si fece eleggere come deputato alla Camera del Regno d'Italia nel 1861[1]. Il 20 novembre del 1861, Francesco Proto presentò una mozione che fu un violento atto di accusa contro la politica del Governo nei riguardi delle province napoletane dove si venne a creare una situazione che non si riusciva più a controllare[2]. La mozione affermava che: «Gli uomini di Stato del Piemonte e i partigiani loro hanno corrotto nel Regno di Napoli quanto vi rimaneva di morale. Hanno spoglio il popolo delle sue leggi, del suo pane, del suo onore... e lasciato cadere in discredito la giustizia... Hanno dato l'unità al paese, è vero, ma lo hanno reso servo, misero, cortigiano, vile. Contro questo stato di cose il paese ha reagito. Ma terribile ed inumana è stata la reazione di chi voleva far credere di avervi portato la libertà... Pensavano di poter vincere con il terrorismo l'insurrezione, ma con il terrorismo si crebbe l'insurrezione e la guerra civile spinge ad incrudelire e ad abbandonarsi a saccheggi e ad opere di vendetta. Si promise il perdono ai ribelli, agli sbandati, ai renitenti. Chi si presentò fu fucilato senza processo. I più feroci briganti non furono certo da meno di Pinelli e di Cialdini.[2]» Questo irritò il Governo e il deputato di Casoria venne, quindi, invitato a ritirare la sua mozione e, al suo rifiuto, la Presidenza della Camera non ne autorizzò la pubblicazione negli Atti parlamentari e ne vietò la discussione in aula[2]. Dopo poco il deputato Francesco Proto si dimise dal Parlamento e la mozione venne pubblicata con il titolo La mozione d'inchiesta del duca di Maddaloni a Nizza nel 1862[3]. Tornò in seguito a Napoli dove morì nel 1892[1]. Note
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