La VB, con delibera dell'assemblea generale del 12 febbraio 1944 (con effetto retroattivo al 1º gennaio 1943), decise di confluire nella FMA[3]. La tratta Villars - Chesières venne soppressa e sostituita da autobus a partire dal 1º ottobre 1961[4][5].
Con decision dell'assemblea dei soci del 22 giugno 1999 (con effetto retroattivo dal 1º gennaio) la BVB si fuse nella Transports Publics du Chablais[7] che comprende anche:
AL, BVB e ASD condividevano sin dal 20 gennaio 1975 la direzione[8] (l'AOMC si era aggiunta dal 1º giugno 1977[9]).
Il servizio tranviario tra la stazione FFS di Bex e Bévieux terminò il 14 dicembre 2002, sostituito da un'autolinea tra Bex e Monthey[10].
Caratteristiche
La linea, a scartamento metrico, è lunga 17 km, di cui 8,7 armati con cremagliera tipo Abt. La linea è elettrificata in corrente continua 750 V; il raggio minimo di curva è 20 metri, la pendenza massima è del 200 per mille sulla Bex-Villars e del 170 per mille sulla Villars-Bretaye. La velocità massima ammessa è 40 km/h[11].
I servizi passeggeri vengono svolti con elettromotrici a cremagliera.
Sulla linea presta servizio anche un locomotore di servizio bimodale (Diesel ed elettrico) a cremagliera realizzato dalla Stadler nel 2016[12], uno dei tre esemplari realizzati per la TPC (serie HGem 2/2 941÷943), frutto di un'ordinazione congiunta con altre linee a scartamento ridotto elvetiche (MOB, NStCM, TPF, MVR)[13].
^(FR) Bureau d'Aigle, in Foglio ufficiale svizzero di commercio, Berna, 14 marzo 1898, p. 326. URL consultato il 18 maggio 2020.
^(FR) Bureau d'Aigle, in Foglio ufficiale svizzero di commercio, Berna, 28 novembre 1912, p. 2071. URL consultato il 18 maggio 2020.
^(FR) Bureau d'Aigle, in Foglio ufficiale svizzero di commercio, Berna, 29 dicembre 1945, p. 3285. URL consultato il 18 maggio 2020.
^(FR) Claude Oreiller, Bex-Villars-Bretaye, in TPC News, n. 3, Aigle, Transports Publics du Chablais SA, 2003, pp. 12-13. URL consultato l'11 dicembre 2018.
^(FR) Chronique régionale, in Feuille d'Avis du District d'Aigle, Aigle, 27 dicembre 1961, p. 2. URL consultato il 18 maggio 2020.