Savater è stato docente di Filosofia per più di trent'anni nei Paesi Baschi e presso l'Universidad Complutense di Madrid, divenendo noto soprattutto in Spagna per il suo vasto lavoro di divulgazione filosofica e di critica culturale. È conosciuto per il suo pensiero libertario e anticonformista. Ha preso parte attiva a diverse organizzazioni impegnate per la pace nei Paesi Baschi e contro il terrorismo e il nazionalismo basco. Le critiche al nazionalismo basco hanno collocato Savater al centro di numerose polemiche. È stato minacciato di morte dall'ETA e ha vissuto protetto da una scorta per oltre un decennio fino alla fine del 2011[2]. I nazionalisti, in particolare i baschi, lo accusano di essere un nazionalista di segno opposto, spagnolo e centralista.
Nel 2007 ha fondato un nuovo partito politico chiamato Unione Progresso e Democrazia[3][4] con l'ex parlamentare socialista Rosa Díez per opporsi ai diversi movimenti nazionalisti emergenti nella politica tradizionale spagnola.
Pensiero
Savater ha riconosciuto di essere stato influenzato da Nietzsche, Cioran e Spinoza. Negli anni settanta fu considerato a lungo un discepolo di Agustín García Calvo (1926-2012), ma dal 1981 le sue vie sono apparentemente separate. Come scrive nella sua autobiografia: «è stato fondamentale nella mia evoluzione intellettuale e morale trovarlo, prima di staccarmi da lui.»[5]
Volutamente al di fuori delle correnti di pensiero della storia della filosofia la sua caratteristica principale è la semplicità dello stile compositivo convinto com'è che «la filosofia non è sapere come se la cavava Socrate, nell’Atene di venticinque secoli fa, per vivere meglio, ma di come noi, possiamo comprendere e utilizzare meglio la nostra esistenza.»[6]
La sua vuole essere una "filosofia della vita" come appare nella sua forse più nota opera Etica per un figlio (Ética para Amador) dove dialogando pacatamente e con spunti anche umoristici con il figlio Amador cerca di rispondere alle domande sulla vita partendo dal presupposto che «non è vero che un’etica laica, senza assoluti e senza miti, non può fornire modelli educativi efficaci. Savater lo dimostra persuasivamente: la moralità risulta soprattutto caratterizzata come autonomia, capacità di non sottomettersi, amor di sé nel senso migliore del termine. Un libro intenso ma anche amichevole, che genitori e maestri dovrebbero leggere e commentare insieme ai loro figli, discepoli, amici adolescenti.[7]
Quando l'etica, sostiene Savater, si pone la fondamentale domanda di che cosa sia il "bene" la risposta non può essere un'astratta definizione poiché a noi occorre sapere che alcune cose sono "cattive" perché ci procurano un male e altre "buone" perché sono vantaggiose e utili. Vi sono poi le cose buone il cui uso smodato fa divenire cattive. Altre ancora come la bugia sono per definizioni cattive eppure esiste anche la bugia utile, le nobili menzogne di Platone[8]
Tutto questo dimostra che non possiamo nel comportamento etico riferirci a regole assolute, fissate una volta per tutte e che la soluzione di un giusto comportamento dipende dal nostro senso di libertà che non vuol dire onnipotenza ma libertà di decidere, di reagire agli avvenimenti, di tentare di trovare delle soluzioni imparando a "saper vivere" che è poi quello che caratterizza l'etica.
^Questo nome riproduce le usanze dei nomi spagnoli: il primo o cognome paterno è "Fernández-Savater" e il secondo o il cognome della famiglia materna è "Martín".
«And the main beneficiaries of the steady decline in voter support for the Socialist Party (PSOE) and the Popular Party (PP) are the leftist coalition United Left (IU) and the center party Union, Progress and Democracy (UPyD)»