Fedora CommonsFedora (o Flexible Extensible Digital Object Repository Architecture) è un'architettura digitale di asset management (DAM) su cui possono essere costruiti repository istituzionali, archivi digitali e sistemi bibliotecari digitali. Fedora è l'architettura sottostante per un repository digitale e non è un'applicazione completa di gestione, indicizzazione, e distribuzione. È un'architettura modulare costruita sul principio che l'interoperabilità e l'estensibilità sono ottimali grazie all'integrazione di dati, interfacce e meccanismi (cioè programmi eseguibili) come moduli chiaramente definiti. StoriaIl software open source di Fedora Repository è un progetto supportato dall'organizzazione no-profit DuraSpace. Il software nasce come Flexible Extensible Digital Object Repository Architecture (cioè Fedora) originariamente progettata e sviluppata dai ricercatori dell'Università di Cornell.[1] Fedora è un'architettura per la memorizzazione, la gestione e l'accesso ai contenuti digitali in forma di oggetti digitali ispirati al framework Kahn e Wilensky.[2] Fedora ha iniziato come progetto di ricerca finanziato da DARPA e NSF presso il Digital Library Research Group di Cornell University nel 1997, dove la prima implementazione di riferimento è stata scritta in Java utilizzando un approccio di oggetti distribuiti in base a CORBA.[3][4] L'Università di Virginia ha iniziato la sperimentazione[5] con il software Cornell e successivamente si è unita a Cornell per definire il progetto Fedora Repository per rilasciare Fedora come software open source. Da allora, sono state apportate diverse modifiche all'architettura[6] e alla fine del 2005 è stata rilasciata la versione 2.1.[7] Fedora definisce una serie di astrazioni per esprimere oggetti digitali, affermando relazioni tra oggetti digitali e collegando "comportamenti" (ossia servizi) agli oggetti digitali. Nel 2003 Red Hat, Inc. ha fatto causa per violazione del marchio per il nome "Fedora" associato al progetto del sistema operativo Linux.[8] Cornell e UVA hanno contestato formalmente la richiesta e, come soluzione finale, tutte le parti hanno stabilito un accordo di coesistenza che ha affermato che il progetto Cornell-UVA può utilizzare il nome quando è chiaramente associato al software open source per i repository di oggetti digitali e che Red Hat può utilizzare il nome quando è chiaramente associato a sistemi operativi open source.[9] Note
Collegamenti esterni
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