Nel 1922 fu chiamato dall'Università di Roma per occupare la cattedra di matematiche superiori e di geometria superiore. Nel 1937 venne invitato da Otto Neurath a divenire un collaboratore dell'Encyclopaedia of Unified Science, pensata quale strumento per lo sviluppo dell'unità della scienza. Quando però furono promulgate le leggi razziali antiebraiche, nel 1938, fu espulso dall'insegnamento e da qualsiasi altro incarico ufficiale. Durante l'occupazione tedesca fu dapprima nascosto in casa dell'allievo Attilio Frajese, quindi fu nascosto a San Giovanni in Laterano. Negli anni della segregazione, insegnò a Roma nella scuola ebraica clandestina, fondata dal cognato Guido Castelnuovo, per i giovani ebrei estromessi dalle università italiane, riuscendo altresì a pubblicare alcuni articoli in forma anonima sul Periodico delle Matematiche (di cui era stato direttore). Tornò a insegnare all'università nel 1944 per altri due anni, quando morì, a Roma, il 14 giugno 1946.
A Livorno, gli è stato intitolato un liceo scientifico. Alla statale Università degli Studi di Milano è intitolato a Federigo Enriques il Dipartimento di Matematica.
Opere di matematica
Enriques fu un matematico di notevole livello e la sua fama fu internazionalmente riconosciuta. I suoi contributi allo sviluppo della geometria algebrica furono rilevanti, per importanza e originalità. Il periodo in cui si trovò a vivere era un periodo di cambiamenti epocali, cambiamenti che interessarono anche i concetti base della matematica e della fisica. Enriques recepì immediatamente la portata delle novità introdotte dalle opere di Einstein, che fu da lui invitato a tenere una conferenza all'Università di Bologna, nel 1921.
Nel campo della didattica e dei fondamenti della matematica si ricordano i testi scolastici di grande diffusione, rivolto all'insegnamento nei licei e scuole superiori, nei quali la geometria euclidea, l'algebra elementare e la trigonometria vengono presentate con il metodo razionale deduttivo. Fra le sue opere più diffuse di matematica elementare si ricordano:
Questioni riguardanti le matematiche elementari (1912) (v.1 e v. 2)
Questioni riguardanti la geometria elementare, Bologna Zanichelli 1900
Elementi di Geometria ad uso delle scuole superiori (con U. Amaldi), Zanichelli Bologna 1903 e successive edizioni e ristampe fino al 1992
Nozioni di matematica ad uso dei licei moderni (con U. Amaldi), Zanichelli Bologna 1914
Gli elementi di Euclide e la critica antica e moderna, 4 volumi, Roma e Bologna 1925
Le matematiche nella storia e nella cultura, Bologna 1938
Come opere principali di matematica superiore si ricordano in particolare:
Federigo Enriques, oltre alla sua attività come matematico, sviluppò significative ricerche di epistemologia, storia della scienza e filosofia della scienza. Questo suo impegno per il rinnovamento della cultura, avvenne in un periodo non facile, sia per gli eventi bellici, sia per la cultura dominante nella prima metà del Novecento, caratterizzata dalla filosofia idealistica e dal ridotto interesse verso la cultura scientifica.
Fra le sue numerose opere in queste materie si ricordano:
Problemi della scienza, Zanichelli, Bologna 1906(en).
Per la storia della logica, Zanichelli, Bologna, 1921.
Storia del pensiero scientifico, Bologna (1932) scritta con G. Santillana.
Il significato della storia del pensiero scientifico, Bologna 1936, ripubblicato da Barbieri, ISBN 9788875330125.
La teoria della conoscenza scientifica da Kant ai nostri giorni, Bologna 1938.
Le dottrine di Democrito d'Abdera. Testi e commenti, 1948 con M. Mazziotti, ripubblicato per Edizioni immanenza, ISBN 978-88-98926-70-1
Federigo Enriques nelle sue opere dedicate alla storia e filosofia della scienza sviluppò una corrente di pensiero vicina al razionalismo. Assieme a Giuseppe Peano si può considerare uno dei principali scienziati italiani che si sono dedicati allo studio della logica e della filosofia della scienza nella prima metà del Novecento.
In generale Enriques ha messo in luce due aspetti fondamentali del pensiero scientifico internazionale nella prima metà del sec XX: la sempre maggiore specializzazione delle discipline fisiche, tecniche, ecc. e la tendenza al rinnovamento che si è avuta sia nei fondamenti della matematica, sia nella fisica moderna.
Nel 1907, assieme al chimico Giuseppe Bruni, al medico Antonio Dionisi, allo zoologo Andrea Giardina e all'ingegnere Eugenio Rignano, Enriques fondò la rivista di ricerca e divulgazione scientifica Rivista di scienza (rinominata successivamente Scientia), con l'obiettivo dichiarato di superare le divisioni disciplinari in nome dell'unità del sapere scientifico e filosofico e contro l'eccessiva specializzazione accademica:
«Contro codesti criterii ristretti intende reagire soprattutto il movimento nuovo di pensiero verso la sintesi; una Filosofia libera da legami diretti coi sistemi tradizionali, sorge appunto a promuovere la coordinazione del lavoro, la critica dei metodi e delle teorie, e ad affermare un apprezzamento più largo dei problemi della Scienza. Pel quale il particolarismo stesso viene compreso in un aspetto più adeguato nella interezza del processo scientifico.»
Enriques condusse la rivista dal 1907 al 1915, quando un articolo di Rignano sulle cause della guerra lo costrinse a rassegnare le dimissioni. Tornò alla direzione nel 1922, alla morte di quest'ultimo (e sotto sua esplicita richiesta) fino al 1938, anno delle leggi razziali. Abbandonato ogni incarico, ritornò infine alla guida di Scientia a due anni dalla morte, nel 1944.
Problemi della scienza
Il primo libro significativo dedicato da Enriques a questioni di metodo e filosofia della conoscenza è l'opera Problemi della scienza (1906) nella quale compie un'analisi articolata delle varie discipline della matematica, della geometria, della meccanica, della fisica e della chimica alla fine del XIX secolo.
Enriques mette in evidenza l'importanza che lo scienziato deve analizzare con la massima attenzione, sia i fondamenti logici e sperimentali delle diverse discipline, sia il contesto storico e le situazioni in cui i principi scientifici sono stati scoperti.
In quest'opera Enriques indica che: "... una visione dinamica della scienza, porta naturalmente nel terreno della storia". I fondamenti della scienza quindi non possono essere capiti completamente se non si analizza anche il contesto storico e culturale nel quale sono stati formulati. L'opera ebbe maggiore fortuna e diffusione all'estero, che non in Italia, dominata agli inizi del Novecento dalla cultura letteraria e della filosofia idealistica.
Negli anni 1909-1914 il saggio "Problemi della scienza" fu tradotto in tedesco, francese, inglese, russo e spagnolo. Il suo pensiero trova riscontro nelle teorie elaborate dai massimi epistemologi del XX secolo fra cui l'austriaco Karl Popper (1902-1994) l'ungherese Imre Lakatos (1922-1974), e l'americano Thomas Kuhn (1922-1996). In particolare nel pensiero di Lakatos e di Kuhn viene sviluppata la concezione della formazione storica dei concetti scientifici, come opera di più autori e ricercatori, che in un determinato periodo storico elaborano una serie di principi-base sui quali viene sviluppata una teoria ipotetico-deduttiva e le successive verifiche sperimentali.
Importante è anche la presa di posizione sia rispetto alla filosofie idealistiche del ‘900, che hanno tralasciato gli aspetti della filosofia della scienza, sia la sua posizione critica rispetto alla filosofia di Kant. In particolare Enriques critica il concetto di giudizio sintetico a priori di Immanuel Kant (Critica della ragion pura 1787).
Secondo Enriques i principi fondamentali delle scienze sono elaborazioni razionali derivate per induzione dall'esperienza e dalla percezione sensoriale e non sono giudizi sintetici a priori. In questo saggio Enriques porta alcuni esempio fondamentali: i postulati della geometria sono generalizzazioni, per astrazione, di semplici esperienze geometriche, che ogni allievo compie fin dalle prime osservazioni razionali del mondo esterno, svolte anche in ambito scolastico. Per Enriques i principi della geometria sono generalizzazioni di esperienze sensoriali concrete.
Allo stesso modo anche i principi della Fisica e della Chimica derivano direttamente da generalizzazioni di esperimenti reali: ad esempio la Legge di conservazione della massa dovuta al chimico Antoine Lavoisier non è un giudizio sintetico a priori, come credeva Kant. È noto infatti che deriva da semplici esperimenti fisici, svolti pesando i composti chimici prima e dopo una reazione chimica.
La nuova impostazione razionalistica e storica fu avviata in Italia da Enriques, in Francia da Pierre Duhem e in Austria da Ernst Mach e da altri autori riunitisi intorno al Circolo di Vienna. Fu poi sviluppata ulteriormente in Italia da Ludovico Geymonat (1908-1991) e dalla sua scuola milanese che nella seconda metà del XX secolo ha ripreso gli studi di Enriques, sviluppando i temi di storia della scienza e di filosofia della scienza.
Per la storia della logica
Un'altra opera fondamentale di Enriques è Per la storia della logica (1921) che mette in evidenza l'importanza della deduzione, della induzione e gli altri aspetti interpretativi ed epistemologici della logica.
Il saggio ha un approccio storico e descrittivo della logica è ricco di citazioni originali, e affronta questo difficile argomento anche con una certa ironia ed eleganza letteraria. Nell'opera, sono illustrati in modo semplice e sintetico i contributi portati a questa disciplina dai vari filosofi e scienziati nelle varie epoche. Si può considerare uno dei pochi testi in cui la materia è esposta in modo chiaro, essenziale e interessante.
Storia del pensiero scientifico
Di notevole interesse per le fonti storiche citate e per la narrazione della genesi dei concetti scientifici sono la serie di opere dedicate alla storia della scienza.
Il primo trattato fu la Storia del pensiero scientifico (1932) scritto in collaborazione con G. Santilana. Quest'opera ripercorre la storia delle scienze matematiche, geometriche, astronomiche, meccaniche e fisiche dall'antica Grecia fino ai giorni nostri, con numerose citazioni e fonti storiche degli autori originari.
A esso seguirono altri testi di approfondimento, sia in lingua italiana sia in altre lingue europee, fra cui Il significato della storia del pensiero scientifico (1936) e La teoria della conoscenza scientifica da Kant ai nostri giorni (1938).
Lineamenti di filosofia della scienza
Delle numerose opere di Federigo Enriques dedicate agli aspetti storici e filosofici della scienza si desumono i principali lineamenti del suo pensiero razionalista, che, a titolo orientativo si possono cercare di sintetizzare nei seguenti punti:
Equilibrio fra intuizione e ragionamento logico: nelle opere scientifiche di Enriques gli argomenti sono esposti in modo intuitivo, evidenziando i motivi sperimentali e oggettivi alla base di alcuni concetti astratti. Dopo la descrizione dei suoi principi, si sviluppa poi la materia con criteri logici, deducendo razionalmente le principali leggi, teoremi e applicazioni. Questo carattere, comune anche ai grandi scienziati del passato (Galilei, Cartesio, Newton, Eulero, Coulomb, ecc.) contraddistingue il metodo di Enriques, rispetto agli indirizzi formalisti che si sono avuti nella logica e nella matematica del XX secolo.
Problema della specializzazione delle scienze: Enriques ha colto questo aspetto critico delle numerose ed eterogenee discipline scientifiche nel XIX e XX secolo. Per superare il problema della eccessiva frammentazione del sapere scientifico ha proposto di ripensare i concetti fondamentali della fisica, della geometria, della matematica e delle altre scienze naturali con criteri unitari, approfondendone il significato intuitivo, sperimentale e la sua genesi storica.
Approccio storico alla conoscenza scientifica: questo aspetto caratterizza il metodo di Enriques, che ha sviluppato con passione e impegno moltissimi aspetti di storia della scienza. Secondo Enriques la storia della scienza fa parte della scienza stessa. Per capire veramente un teorema, secondo Enriques non è sufficiente capire solo la sua dimostrazione, ma anche il contesto storico nel quale è stato formulato, quali sono stati i problemi tecnici che hanno portato alla sua formulazione e come sono stati risolti tali problemi con l'applicazione delle teorie scientifiche. Enriques ha sviluppato in Italia il nuovo approccio di storia della scienza avviato dal fisico tedesco Ernst Mach (1838-1916) e dal fisico Pierre Duhem (1861-1916) precursori del gruppo di filosofi e scienziati del XX secolo del Circolo di Vienna.
Valenza fisica dei concetti geometrici: secondo Enriques la geometria può essere considerata come il primo capitolo della fisica (Problemi della Scienza, capitolo IV), diversamente dai matematici e filosofici formalisti che la considerano una scienza astratta. L'orientamento formalista nella geometria è stato delineato da Immanuel Kant (Critica della ragion pura, 1787) per il quale i postulati geometrici non derivano solo dall'esperienza visiva, ma sono giudizi sintetici a priori di carattere soggettivo e indipendenti dalle percezioni sensoriali. La tesi di Kant è stata discussa dai massimi esperti di filosofia teoretica del XIX e XX secolo con orientamenti contrastanti. Nel XIX secolo in opposizione a Kant si è delineato un approccio fisico-sperimentale ai principi geometrici, al quale hanno aderito molti storici e filosofi della scienza. Enriques ha contribuito alla riscoperta del significato più autentico, di carattere storico, intuitivo e sperimentale alla base della geometria, della matematica e delle scienze fisiche.
È in corso una edizione nazionale delle opere di Federigo Enriques.
L'autore ha curato una decina di manuali didattici di geometria e algebra elementare e oltre 20 trattati di matematica superiore. Ha inoltre pubblicato un'ampia serie di testi di storia e di filosofia della scienza e numerosi articoli specializzati. L'elenco completo delle sue opere comprende oltre 300 titoli, fra saggi, articoli e trattati scientifici.
Augusto Guzzo, Ermanno Marchionna, Francesco Giacomo Tricomi, Commemorazione di Federigo Enriques nel primo centenario della nascita, Accademia delle Scienze di Torino, Torino, 1971.
Mario Castellana, Federigo Enriques e la "nuova epistemologia", Pensa MultiMedia, Lecce, 2019. ISBN 978-88-67-60637-5.
Raffaella Simili (a cura di), Federigo Enriques, scienziato e filosofo, Cappelli Editore, Bologna, 1989.
Caterina Genna, Federigo Enriques, matematico e filosofo, FrancoAngeli, Milano, 2021. ISBN 978-88-35-11730-8.
Paolo Bussotti (a cura di), Federigo Enriques e la cultura europea, Pubblicazioni del Centro studi Enriques, N. 7, Lumières Internationales-Agorà Publishing, Lugano, 2008. ISBN 978-88-60-67089-2.
Silvia Haia Antonucci, Giuliana Piperno Beer, Sapere ed essere nella Roma razzista. Gli ebrei nelle scuole e nell’università (1938-1943), Collana Roma ebraica-7, Gangemi editore, Roma, 2015.
Tina Nastasi, Federico Enriques e la civetta di Atena, Pisa University Press, Pisa, 2003.
Alberto Conte, Paola Gario, Umberto Bottazzini, Riposte armonie. Lettere di Federigo Enriques a Guido Castelnuovo, Bollati Boringhieri editore, Torino, 1996.
Ornella Pompeo Faracovi, Francesco Speranza (a cura di), Federigo Enriques. Filosofia e storia del pensiero scientifico, Books & Company, Livorno, 1998. ISBN 978-88-79-97034-1.
AA.VV., Convegno internazionale di geometria a celebrazione del centenario della nascita di Federigo Enriques, Milano, Palazzo di Brera, 31 maggio-3 giugno 1971, Accademia Nazionale dei Lincei, Roma, 1973.
Ornella Pompeo Faracovi (a cura di), Federigo Enriques. Approssimazione e verità, Belforte & C. Editori, Livorno, 1982.
Charles Alunni, Yves André (a cura di), Federigo Enriques o le armonie nascoste della cultura europea. Tra scienza e filosofia, Edizioni della Normale, Pisa, 2015.
Umberto Bottazzini, Andrea De Benedetti, Paolo E. Foraciari (a cura di), Le città di mare e lo spirito scientifico per Federigo Enriques, Agorà Edizioni, Livorno, 2001.
Ornella Pompeo Faracovi, Luca Maria Scarantino (a cura di), Federigo Enriques. Matematiche e filosofia. Lettere inedite e bibliografia degli scritti, Agorà Edizioni, Livorno, 2001.
Luca Maria Scarantino (a cura di), Intorno a Enriques. Cinque conferenze, Agorà Edizioni, Livorno, 2004.
Ornella Pompeo Faracovi, Enriques e Severi. Matematici a confronto nella cultura del Novecento, Agorà Edizioni, Livorno, 2004.
Paolo Bussotti, Raffaele Pisano, "The Geometrical Foundation of Federigo Enriques’ Gnoseology and Epistemology", Advances in Historical Studies, 4 (2015) pp. 118-145. doi: 10.4236/ahs.2015.42012.
Ornella Pompeo Faracovi, Il caso Enriques. Tradizione nazionale e cultura scientifica, Pisa University Press, Pisa, 2012.