All'atto dell’entrata in guerra[1] dell'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, si arruolò volontario nel Regio Esercito,[1] assegnato al 58º Reggimento fanteria della Brigata "Abruzzi".[2] Frequentato il corso per ufficiali di complemento, l'8 luglio fu nominato sottotenente ed assegnato al 72º Reggimento fanteria della Brigata "Puglie", di stanza a Mantova. Divenuto istruttore, all’inizio del mese di settembre il suo reparto fu mandato nelle retrovie del fronte, e il 18 dello stesso mese entrò in servizio nella 12ª Compagnia del III Battaglione, 114º Reggimento fanteria della Brigata "Mantova" operante in Val Lagarina.[2] Dimostrò ben presto doti di coraggio e comando tanto da essere decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare durante la conquista di Costa Violina di Rovereto.[1] Impegnato con la sua unità nel dicembre 1915 sempre in Vallagarina, guidò il 25 dello stesso mese l'assalto[N 3] alla importante postazione nemica di Castel Dante,[2] dove sorge oggi l'omonimo sacrario, nei pressi di Rovereto,[3] che fu conquistata. Difese la posizione dal tentativo di riconquista nemica il giorno successivo, e poi il 28 dicembre, durante un attacco nemico con supposto dell'artiglieria, perse la vita in un contrattacco alla baionetta.[1]
«Irredento, sfuggito alla coscrizione austriaca ed arruolatosi volontario nel nostro esercito, ottenne di essere destinato in prima linea, sulla fronte Trentina a lui ben nota, sprezzando i pericoli che a lui derivavano da tale assegnazione, nel caso fosse caduto prigioniero. Segnalatosi per intrepidezza e valore nella conquista di importante, avanzatissima posizione, la mantenne pure sotto intensi bombardamenti e malgrado ripetuti attacchi del nemico. Successivamente, in una azione violenta tentata dall’avversario per la riconquista della posizione, manteneva saldo il proprio reparto durante il fuoco di distruzione, sempre esposto per vigilare le mosse del nemico. Giunto il momento propizio, trascinando i suoi uomini al grido di “Savoia!“, si lanciava per primo al contrattacco, cadendo eroicamente sul campo, ucciso da tre fucilate alla faccia. Castel Dante di Rovereto, 28 dicembre 1915.» — Regio Decreto 9 ottobre 1922
«Durante un intenso bombardamento nemico, manteneva saldo il proprio reparto, dando prova di mirabile calma e arditezza. Cessato il fuoco, trascinando i suoi uomini al grido di “Savoia !”, si lanciava alla baionetta contro l’avversario, che aveva quasi raggiunta la posizione, cadendo eroicamente sul campo. Castel Dante, 28 dicembre 1915.» — Decreto Luogotenenziale, 15 ottobre 1916.
«Incurante del pericolo, sempre fra i primi, trascinava il suo plotone alla conquista della vetta di una posizione nemica, nonostante l’intenso fuoco dell’artiglieria avversaria. Costa Violina di Rovereto, 11 novembre 1915.» — Decreto Luogotenenziale, 1 ottobre 1916.
Note
Annotazioni
^Giunto a Salò si presentò alle autorità italiane che lo arrestarono per aver oltrepassato illegalmente il confine di stato.
^Era giunto in linea con la sua compagnia nonostante il fatto di avere un piede congelato, e insieme ad altri ufficiali lavorò alla costruzione degli apprestamenti difensivi in vista dell’imminente contrattacco nemico.
Gorizia e provincia: Grado, la laguna, il Collio, Redipuglia, l'Isonzo, Milano, Touring Club Italiano, 2003, ISBN88-365-2858-9.
Luigi Pepe, Universitari italiani nel Risorgimento, Bologna, CLUEB, 2002.
Gianni Pieropan, 1915, obiettivo Trento: dal Brenta all'Adige il primo anno della Grande Guerra, Milano, Ugo Mursia Editore, 1982, ISBN978-8-84253-965-0.
Quinto Antonelli, Diego Leoni e Fabrizio Rasera, La città mondo: Rovereto 1914-1918, Rovereto, Osiride, 1998.
Periodici
Federico Guella, in UNUCI, n. 1/2, Roma, Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia, gennaio-marzo 2016, p. 14.