Il nome scientifico della specie, Falco eleonorae, è un omaggio a Eleonora d'Arborea (da parte di Alberto Della Marmora), regnante nella nazione sarda del giudicato di Arborea che nel XIV secolo compilò un codice di leggi (Carta de Logu), in cui inserì un articolo che vietava la caccia dei falchi adulti (chiamati astores o falcones) e il prelievo dei nidiacei[3]. Il nome italiano ricorda il titolo di Regina (Juighissa) di Eleonora d'Arborea, mentre altre lingue riprendono il suo nome: in francese si chiama Faucon d'Éléonore, in inglese Eleonora's Falcon, in spagnolo Halcón de Eleonor e in tedesco Eleonorenfalke.
Descrizione
Il falco della Regina è un uccello da preda, lungo 36–42 cm e con un'apertura alare tra gli 84 e i 105 cm[4][5].
Le ali sono lunghe e appuntite, il corpo affusolato e la coda piuttosto lunga.
Indipendentemente da età e sesso si presenta in due diverse colorazioni del piumaggio: la "forma scura", più rara, è bruno-nerastra uniforme, mentre nella "forma chiara", osservata in oltre il 70% dei casi, la gola e le guance spiccano nettamente rispetto alla parte superiore della testa e ai mustacchi scuri; il petto e il ventre presentano una colorazione di fondo da crema a rossastra, con striature bruno-nere, mentre la parte superiore appare bruna o bruno-bluastra.
Il dimorfismo sessuale in questa specie è poco pronunciato: le femmine sono leggermente più grandi dei maschi (peso medio 335-460 g vs 295-370 g [6]) ed hanno un piumaggio leggermente più scuro. Il piumaggio dei giovani è color ocra, e si scurisce in genere dopo la prima muta.
Biologia
Voce
Caratteristico della specie è il verso, riproducibile con un kek-kek-kek.[7]
Alimentazione
Il falco della Regina, al di fuori del periodo di nidificazione, ha una dieta prevalentemente insettivora, nutrendosi di grossi insetti (ortotteri, in particolare Pamfagidi, coleotteri, odonati, lepidotteri e imenotteri), che cattura in volo portandoli dagli artigli delle zampe al becco.[8][9] Nella stagione riproduttiva, dalla schiusa delle uova e sino allo svezzamento dei nidiacei, gli adulti cambiano completamente abitudini alimentari e si cibano quasi esclusivamente di altri uccelli, in particolare di piccoli passeriformi che, a fine estate, migrano dall'Europa all'Africa, passando per il Mediterraneo.
La tecnica di caccia che adottano è molto particolare: questi uccelli si posizionano contro vento a ridosso delle falesie, rimanendo immobili in aria senza battere le ali, disponendosi a varie distanze dalla falesia e ad altezze che vanno a pochi metri sino a 1000 m; in tal modo formano un vero e proprio “muro” di caccia, nel quale incappano i migratori che stremati dal vento e dal viaggio cercano di raggiungere le coste. Una volta individuata la preda si lanciano in picchiata verso di essa ghermendola con gli artigli.[10]
Riproduzione
Il falco della Regina nidifica in colonie molto numerose, localizzate su falesie costiere a strapiombo e isolotti disabitati. Rientra nei siti di nidificazione ad inizio primavera, ma la deposizione delle uova avviene soltanto verso la fine di luglio, cioè notevolmente più tardi di ogni altra specie dell'emisfero settentrionale. Il nido è ricavato in cavità naturali della falesia prive di rivestimento e ogni covata consiste solitamente di 1-4 uova. L'allevamento dei pulli si protrae solitamente sino a settembre. In ottobre-novembre l'intera popolazione migra verso i siti di svernamento.[10][11]
^(EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Falconidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 9 maggio 2014.
^ Thiollay J.M., Family Accipitridae (Hawks and Eagles), in del Hoyo J., Elliott A., Christie D. (a cura di), Handbook of the Birds of the World. Volume 2: New World Vultures to Guineafowl, Barcelona, Lynx Edicions, 1994, ISBN978-84-87334-15-3.
^ Ferguson-Lees J. and Christie D.A., Raptors of the World. Helm Identification Guides, London, A & C Black Publishers, 2001, ISBN978-0-7136-6957-2.
^ Giuseppe Gené, Descrizione di un nuovo falcone di Sardegna (Falco Elenorae), Torino, Tipografia reale, 1840.
^ AA.VV, Falco eleonorae (PDF), in Atlante della biodiversità della Sicilia: Vertebrati Terrestri, Palermo, ARPA Sicilia, 2008, p. 136, ISBN978-88-95813-02-8.