Faà di Bruno è il nome di una nobile famiglia presente in Asti, Casale e Alessandria, che ha dato i conti (poi marchesi) di Bruno. Nel 1703 alla famiglia si aggiunsero i conti di Carentino.[1]
D'oro, alla fata (faà) mostruosa, passante sopra una pianura erbosa; il corpo e la testa coll'elmo in maestà, il tutto al naturale; essa fata avente la metà superiore di donna ignuda e scapigliata, colle ali di pipistrello, di verde, le gambe d'uccello palmipede e la coda di serpe, finiente in saetta.[2]
Storia
La famiglia arrivò a Casale da Vignale intorno al 1500 con di Tommaso Faà, che fu segretario al Senato del Monferrato. I fratelli Ardicino e Ortensio acquistarono il castello di Bruno, nei pressi di Acqui e furono nominati consignori di Bruno.[3]
In seguito, i membri di spicco della famiglia inclusero:
Giovanni Matteo Faà di Bruno, un musicista di una certa importanza da Casale che pubblicò due libri di madrigali e vespri, salmi, mottetti e le impostazioni del Magnificat.[4] Fu investito come primo conte di Bruno nel 1588;
Camilla Faà di Bruno (c.1599-1662), una bellezza che è stata sposata in segreto, brevemente e morganaticamente con Ferdinando Gonzagaduca di Mantova e del Monferrato; le sue Memorie sono state descritte come la prima autobiografia in prosa scritta da una donna italiana;
Ferdinando Faà di Bruno, divenne il primo marchese di Bruno quando la contea fu elevata in un marchesato il 31 marzo 1652;
Alessandro Faà di Bruno (1809-1891), membro dell'Accademia di agricoltura di Torino[5], fu un innovatore nel campo dell'agricoltura. La sua tenuta è stata una delle più grandi nelle zone di Alessandria e Acqui e sperimentò il saagaban come coltura sostitutiva delle patate;