Toch nacque a Leopoldstadt, Vienna, nella famiglia di un umile pellettiere ebreo[1] al tempo in cui la città era al suo zenit culturale del XIX secolo. Egli studiò filosofia all'Università di Vienna, medicina ad Heidelberg e musica allo Dr. Hoch's Konservatorium (1909-1913) a Francoforte sul Meno, scegliendo dunque di dedicarsi alla composizione, e continuando la sua formazione da autodidatta.[2]
È stato docente dell'Accademia Zuschneid di Francoforte, Berlino, New York, Los Angeles e altre università americane. Il suo strumento principale era il pianoforte, ed egli era un pianista di grande spessore, che nelle sue esibizioni godeva del plauso del pubblico in gran parte dell'Europa occidentale. Molte delle sue composizioni erano concepite per pianoforte.
Toch continuò a crescere come artista e compositore nel corso della sua vita adulta, e in America arrivò ad influenzare intere nuove generazioni di compositori. Le sue prime composizioni risalgono circa al 1900; si trattava di pastiche ispirati a Mozart (Streichquartette, 1905 Stammbuchverse für Klavier). Il suo primo quartetto fu eseguito a Lipsia nel 1908, e il sesto (Opus 12, 1905) nell'anno 1909. Nel 1909, la sua Sinfonia da Camera in Fa maggiore (scritta nel 1906) vinse il Premio Mozart che permise di studiare pianoforte insieme a Will Rehberg e Iwan Knorr. Da allora in poi, Toch si dedicò all'essere un compositore a tempo pieno. Vinse il premio Mendelssohn per la composizione nel 1910. Nel 1913, venne nominato lettore di pianoforte e composizione al College of Music di Mannheim. Dopo aver vinto altri cinque prestigiosi premi per le sue composizioni, prestò servizio nell'esercito sul Fronte Italiano per quattro anni nel corso della prima guerra mondiale. Nel 1916 sposò Lilly Zwack, la figlia di un banchiere.
Finita la guerra, ritornò a Mannheim per comporre sviluppando un nuovo stile di polifonia. Ricevette il dottorato di ricerca dall'Università di Heidelberg nel 1921. Iniziò poi a insegnare al Conservatorio di Mannheim, dove uno dei suoi allievi fu Hugo Chaim Adler.
In seguito alla conquista del potere da parte di Hitler nel 1933, Toch si ritrovò esule, prima a Parigi e poi a Londra, dove scrisse varie colonne sonore. Nel 1935, egli accettò una richiesta dalla New School che lo invitava a New York. Avrebbe potuto, in ogni caso, assicurarsi la vita in California solo componendo 16 colonne sonore per i film di Hollywood, di cui 3 hanno vinto il Premio Oscar.[3] Diversamente dal collega Erich Wolfgang Korngold, in ogni caso, Toch non ottenne mai molta attenzione nell'industria e venne raramente ben compensato economicamente. La sua musica di sottofondo per la scena dell'inseguimento nel film Heidi del 1937 con Shirley Temple rimane forse il suo pezzo di musica per il cinema più conosciuto.
Egli risiedette in California in qualità di professore alla University of Southern California, dove insegnava musica e filosofia. Era anche un docente ospite all'Università di Harvard. Egli scrisse inoltre un libro di teoria musicale, The Shaping Forces In Music (1948). Dal 1950 in poi, compose sette sinfonie, la terza delle quali (Opus 75, 1954) ricevette il Premio Pulitzer tre anni più tardi. In questi ultimi lavori, egli tornò allo stile tardo-romantico che aveva caratterizzato i suoi primi anni.
Nel 1950 è stato docente di musica e filosofia alla University of Southern California e compose diverse sinfonie con stile romantico.[3]
Nelle sue opere è spesso evidente un aspetto umoristico (Bunte Suite 1929). Nel 1930 egli inventò la "Gesprochene Musik," l'idioma del "coro parlato". La sua composizione più eseguita è la Geographical Fugue, che egli stesso considerava un'irrilevante distrazione. Toch ha scritto colonne sonore, musica da camera, opere da camera, oltre a libri che trattavano di teoria musicale: Melodielehre (1923) e The Shaping Forces in Music (1948).
Toch era considerato uno dei grandi compositori d'avanguardia in epoca pre-nazista. Vinse il Premio Pulitzer per la musica nel 1956 per la sua Terza Sinfonia (eseguita per la prima volta dalla Pittsburgh Symphony Orchestra il 2 dicembre 1955).
Sinfonie
Sinfonia n. 1, Op. 72 (1950, pub. 1951)
Sinfonia n. 2, Op. 73 (1951, pub. 1953)
Sinfonia n. 3, Op. 75 (1955, pub. 1957)
Sinfonia n. 4, per orchestra e voce recitata, Op. 80 (1957, pub. 1960)
Vorspiel zu einem Märchen (Preludio ad una fiaba), per orchestra, Op. 43a (1927, pub. 1927 come adattamento dall'ouverture della Principessa sul Pisello)
The Covenant (Sesto movimento dalla Genesis Suite), per orchestra e voce narrante (c. 1945, la partitura è andata perduta, ci sono registrazioni in nostro possesso)
Quartetto d'archi n. 6 in La minore, Op. 12 (1904–1905, inedito)
Sinfonia da camera in Fa maggiore, per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno, 2 violini, violoncello e contrabbasso (1906, inedita)
Quartetto d'archi n. 7 in Sol maggiore, Op. 15 (1908, inedito)
Vom sterbenden Rokoko (Dal Rococò morente), per violino e pianoforte, Op. 16 (1909, pub. 1910)
Duetti per due violini, Op. 17 (1909, pub. c. 1910)
Romanza, per violino e pianoforte (c. 1910, pub. 1911)
Serenada per tre violini, Op. 20 (1911, pub. 1912)
Sonata per violino e pianoforte, Op. 21 (1912, inedita)
Serenata (Spitzweg) per due violini e viola, Op. 25 (1916, pub. 1921)
Quartetto d'archi no. 8 in Re bemolle maggiore, Op. 18 (1910, pub. 1911)
Quartetto d'archi no. 9 in Do maggiore, Op. 26 (1919, pub. 1920)
Quartetto d'archi no. 10 dal nome ‘Basso’, Op. 28 (1920, pub. c. 1923)
Tanz-Suite (Suite di danze), per flauto, clarinetto, violino, viola, contrabbasso e strumento a percussione, Op. 30 (1923, pub. 1924, con aggiunta di archi opzionale)
Miniatur Ouvertüre per 2 flauti, oboe, clarinetto, clarinetto basso, 2 trombe, trombone e strumento a percussione (1932, pub. 1932)
Cinque pezzi per strumenti a fiato e strumento a percussione, Op. 83 (1959, pub. 1961) per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, 2 corni e strumento a percussione
Sinfonietta per strumenti a fiato e strumento a percussione, Op. 97 (1964, pub. 1967) per 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe e strumento a percussione
Sonata per pianoforte a quattro mani, Op. 87 (1962, pub. 1963)
Altre composizioni per strumento solo
Tre pezzi originali per il pianoforte elettrico Welte-Mignon (1926, inediti)
Studio, per organo meccanico (1927, inedito)
Due studi per violoncello solo (1930, pub. 1931)
Opere liriche
Die Prinzessin auf der Erbse [La principessa sul pisello], Op. 43 (1927, pub. 1927) Fiaba musicale in un atto; testo su ispirazione di H. C. Andersen di Benno Elkan; Ne esistono una versione inglese e una tedesca
Egon und Emilie [Edgar ed Emily], Op. 46 (c. 1928, pub. 1938)Opera da camera in un atto; "Non un dramma famigliare" (Kein Familiendrama); testo di Christian Morgenstern ;Ne esistono una versione inglese e una tedesca
Der Fächer [Il ventaglio], Op. 51 (1929 o 1930, pub. 1930) Opera-capriccio in tre atti; testo di Ferdinand Lion. Der Fächer venne riscoperto e riprodotto per la prima volta dagli anni trenta dalla Bielefeld Opera diretta da Geoffrey Moull nel 1995.[4]
An mein Vaterland (Alla mia Patria), Op. 23 (1913, inedito) per grande orchestra, organo, soprano solista, coro misto e coro di ragazzi
Gesprochene Musik (Speaking Music), (1930). Solo il n. 1 dei tre di cui è composto è stato pubblicato
Fuga geografica, per coro parlato (1930, pub. 1950) Primo pezzo della Gesprochene Musik
Der Tierkreis (Lo Zodiaco), per coro femminile (1930, n. 1 e 2 pub. 1930, n. 3 inedito)
Das Wasser (L'Acqua), Cantata sulla base di un testo di Alfred Döblin, Op. 53 (1930, pub. 1930) per tenore, baritono, voce narrante, coro, flauto, tromba, strumento a perussione e archi
Cantata of the Bitter Herbs (Cantata delle Erbe Amare), Op. 65 (1938, ignota la data di pubblicazione) for soprano, contralto, tenore e baritono solisti, voce narrante, coro ed orchestra
Phantoms, Op.81 (1957, ignota la data di pubblicazione) per voci parlate maschili e femminili, coro parlato femminile, flauto, clarinetto, vibrafono, xilofono, timpani e strumento a percussione
Die Chinesische Flöte (Il Flauto Cinese), Op. 29 (1922, pub. 1923) per soprano, 2 flauti, clarinetto, clarinetto basso, strumento a percussione, celesta e archi. Ne esistono una versione tedesca e una inglese.
Der Kinder Neujahrstraum (Il sogno del nuovo anno del bambino, rappresentazione teatrale), Op. 19, per soprano solista, contralto, tenore e baritono, coro e orchestra (1910)
Anabasis (sceneggiato radiofonico), per flauto, clarinetto, 2 trombe, trombone, tuba, strumento a percussione e coro (1931)
Im fernen Osten (Nel lontano Est, sceneggiato radiofonico), per flauto, 2 trombe in Do, mandolino, chitarra, 2 violini, viola, violoncello, strumento a percussione, coro e voce maschile solista (1931)
Die Heilige von U.S.A. (Il Santo degli Stati Uniti, rappresentazione teatrale), per ensemble di strumenti a fiato, strumento a percussione, pianoforte, armonium, contralto solista e coro (1931)
König Ödipus (Edipo Re, sceneggiato radiofonico), per 2 clarinetti, 2 trombe, 2 tromboni, strumento a percussione e archi (1931)
Medea (sceneggiato radiofonico), per ensemble di strumenti a fiato, strumento a percussione e coro parlato (1931)
Die Räuber (I Ladri, sceneggiato radiofonico), per 2 trombe in Do, tromba bassa o trombone e strumento a percussione (1931)
Die Rollen des Schauspielers Seami (I Ruoli dell'Attore Seami, sceneggiato radiofonico), per flauto, clarinetto, violino, banjo, chitarra e strumento a percussione (1931)
Turandot (sceneggiato radiofonico), per flauto, clarinetto, tromba in Do, violoncello, pianoforte e strumento a percussione (1931)
Uli Wittewüpp (rappresentazione teatrale), per clarinetto, tromba, strumento a percussione, pianoforte e archi (1931)
^Theater in Bielefeld 1975-1998, Kerber Verlag, Bielefeld, Redaktion Heidi Wiese, Heiner Bruns, Alexander Gruber, Fritz Stockmeier 1998, ISBN 3-933040-03-5
^Toch, Ernst: "The Shaping Forces in Music", pg. 240-257, Dover Publications, Inc., 1977, Library of Congress: 76-9950, Checklist of Compositions by Lawrence Weschler
Bibliografia
(DE) Jack Docherty, Konrad Hopkins, Der vergessenste Komponist des 20. Jahrhunderts: Ernst Toch. In: Filmharmonische Blätter, Berlino, 1987, pp. 25-27.
(DE) Elisabeth Stratka, Andreas, Ich bin der meistvergessene Komponist des 20. Jahrhunderts. Porträt über den österreichischen Komponisten Ernst Toch (film), 2003.
(DE) Lawrence Weschler, Das letzte Märchen. Über das Schicksal meines Großvaters, des Komponisten Ernst Toch In: Lettre International, Berlino, 2006, pp. 22-29.
(DE) Peter Cahn, Das Hoch'sche Konservatorium in Frankfurt am Main (1878-1978), Francoforte, 1879, ISBN3-7829-0214-9.
(DE) Heiko Schneider, Wahrhaftigkeit und Fortschritt. Ernst Toch in Deutschland 1919–1933, Berlino, 2007, ISBN3-7957-0159-7.
(DE) Hermann Jung, Spurensicherung, der Komponist Ernst Toch (1887–1964) – Mannheimer Emigrantenschicksale, Francoforte, 2007, ISBN3-631-57400-2.
(DE) Werner Hanak-Lettner e Michael Haas, Ernst Toch. Das Leben als geographische Fuge. Zur gleichnamigen Ausstellung im Jüdischen Museum Wien 2010, Vienna, 2010, ISBN3-901398-57-0.