Distintosi personalmente durante la guerra, prese parte alla campagna di guerra in Grecia tra il 1916 ed il 1917 comandando la 36ª Divisione di fanteria "Brescia" con il grado di maggiore generale. Dal 1917 al 1918 fu al comando del Corpo di spedizione italiano in Macedonia. Al termine del conflitto, nel 1920, venne insignito del grado di commendatore dell'Ordine militare di Savoia.
Destinato al governatorato della Cirenaica, rimase in Libia dal 1924 al 2 dicembre 1926 succedendo a Luigi Bongiovanni. Durante i due anni della sua reggenza della carica, Mombelli, con l'impiego delle autoblindo ottenne una serie di successi che restrinse sempre più l'area del Gebel el-Achdar nelle mani dei senussi[1]. Ai successi italiani si aggiunse inoltre l'occupazione dell'importante centro religioso senusso nell'oasi di Giarabub[1]. Pur ripetutamente sconfitti i senussi nell'estate riuscirono a reagire realizzando nel corso dell'estate numerosi attacchi che provocarono la sua sostituzione con il nuovo governatore Attilio Teruzzi[2].
Promosso generale di corpo d'armata nel 1927, divenne comandante l'11º Corpo d'armata di Udine, quindi del 1º Corpo d'armata di Torino ed infine del 7º Corpo d'armata di Firenze, città ove spirò il 24 febbraio 1932.
^Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.94 del 26 aprile 1926, pag.1704.
Bibliografia
Nicola La Banca, La guerra italiana per la Libia 1911 1931, Il Mulino, Bologna, 2011
Federica Saini Fasanotti, Libia 1922-1931 le operazioni militari italiane, Stato Maggiore dell'Esercito ufficio storico, Roma, 2012
R. Sciarrone, L'impero ottomano e la grande guerra. Il carteggio dell'addetto militare italiano a Costantinopoli (1914-1915), Edizioni Nuova Cultura, Roma, 2015
tc=Governatore della Tripolitania e della Cirenaica. v=Vicegovernatori della Cirenaica (dipendente dal g. della Tripolitania). o=dal 1-1-1934 titolo onorifico