Membro della Commissione per la verifica dei titoli dei nuovi senatori (1902-1909)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Graduale avocazione allo Stato delle spese di cui all'art. 272 del testo unico della legge comunale e provinciale approvato con R. decreto del 10 febbraio 1889, n. 921" (18 marzo 1907)
Figlio di Vittorio Amedeo e Luigia Carlotta Pallavicino delle Frabose venne dapprima educato privatamente e, in seguito, frequentò il Collège Saint Michel di Bruxelles.
Possidente, uomo di corte e Maestro delle cerimonie di corte a Torino, ricoprì numerose cariche pubbliche: sovrintendente ai giardini pubblici di Torino (1870-1909), consigliere comunale di Chieri e Torino (1867-1909), assessore ai Lavori Pubblici di Torino (1867-1871) e sindaco di Torino dal 1883 al 1886. Durante il suo mandato, nel 1885, fu promotore del progetto di risanamento del centro storico medievale di Torino, allo scopo di rettificare le vie XX Settembre e San Francesco d’Assisi e procedere al taglio delle diagonali Pietro Micca e IV Marzo, decretando irrimediabilmente la scomparsa di gran parte della Torino medievale[1]. Fu più volte deputato (1869, 1874, 1876, 1880, 1882), nominato senatore nel 1883 nella XV legislatura, e vicepresidente del Senato nel 1900. Fu presidente dell'Accademia Albertina dal 1887 al 1894, presidente della Promotrice di Belle Arti (1889-1896 e 1899-1902) e del Circolo degli Artisti (1879-1902). Ricoprì un ruolo anche all'interno dell'Esposizione Universale del 1911, come uno dei vicepresidenti del Comitato Generale[2].
Il Balbo commissiona il progetto di edificazione della sua palazzina (tuttora esistente, in corso Galileo Ferraris 41 a Torino) all'ingegnere Enrico Petiti, affermato progettista che nel 1878 presenta il progetto in Comune[3][4], e nel 1880 progetta anche una veranda in aggiunta[5][6].
A Torino, in Piazza Carlo Felice, c'è un giardino che porta il suo nome. Il corpo è sepolto nella cappella di famiglia nel cimitero antico di Chieri.
Matrimonio e discendenza
Il 4 novembre 1865, a Étang-sur-Arroux in Francia, sposò Anne Bonne Fougerette (*1842 †1912), dei marchesi de Ganay, nipote del banchiere James-Alexandre de Pourtalès. La coppia ebbe 8 figli:
^Archivio Storico Città di Torino, pratica n° 132 - Veranda d’ingresso, progetto ex-novo
^ Simone Verga, Le architetture civili di Enrico Petiti: dall’archivio alla ricostruzione storiografica, in Relatore prof. Mario Volpiano (a cura di), Tesi di Laurea Magistrale in Architettura per il Restauro e il Patrimonio; Politecnico di Torino A.A. 2019/2020, Torino, 2020.