Ermengarda di ZutphenErmengarda di Zutphen in francese: Ermengarde de Zutphen (... – dopo il 1136) fu contessa di Zutphen, dal 1120 circa fino alla sua morte, contessa consorte di Gheldria, dal 1129 circa al 1131 circa e contessa consorte di Lussemburgo dal 1133 circa al 1136. OrigineErmengarda, secondo la Historia sive notitia episcopatus Daventriensis, era figlia del conte di Zutphen, Ottone II e della moglie Giuditta d'Arnstein (domini Ottonis comitis patris sui et matris suæ Judithæ)[1], figlia del conte Ludovico d'Arnstein. BiografiaErmengarda fu data in moglie all'erede della contea di Gheldria, Gerardo detto il Lungo, che, come attesta il documento n° 274, del 1112, era il figlio maschio del conte di Gheldria, Gerardo di Wassenberg (Comes Gerhardus et filius eius Gerhardus)[3] e di Clemenza d'Aquitania, che, sia secondo Le cartulaire de Marcigny-sur-Loire 1045-1144 (non consultato)[4], sia secondo La comtesse Reine di Ad. Fabri era discendente dai conti di Poitiers e duchi 'Aquitania[5], figlia di Pierre-Guillaume VII, duca d'Aquitania e conte di Poitiers e della moglie, che, secondo il Chronicon sancti Maxentii Pictavensis, Chroniques des Eglises d'Anjou, era Ermesinda[6], di cui non si conoscono gli ascendenti (secondo lo storico francese), specializzato nella genealogia dei personaggi dell'Antichità e dell'Alto Medioevo, Christian Settipani era la figlia di Bernardo II, Conte de Bigorre e della sua prima moglie, Clémence[7]). Il matrimonio di Ermengarda è confermato anche da La formation territoriale des principautés belges au moyen-âge (Brussels), Vol. II[8]. Tra il 1120 ed il 1122, Ermengarda divenne contessa di Zutphen, essendo i suoi tre fratelli morti senza discendenza. Ermengarda, nel 1129 circa divenne contessa di Gheldria. Non si conosce la data esatta della morte del suocero, Gerardo di Wassenberg, per cui, il conte Gerardo (Gerhardus comes de Gelre), sempre come testimone dell'arcivescovo Federico, citato nel documento n° 307 del Urkundenbuch für die Geschichte des Niederrheins, Band I potrebbe essere sia il marito che il suocero[9]. Suo marito, Gerardo II di Gheldria, morì dopo tale data e secondo il Ooorkondenboek der graafschappens Gelre en Zutfen, Eerste gedeelte (non consultato) riporta la morte il 24 ottobre 1131[10]; gli storici hanno sollevato il dubbio che quella data potesse riferirsi al padre, anche lui Gerardo (Gerardo di Wassenberg). Ancora La formation territoriale des principautés belges au moyen-âge (Brussels), Vol. II ci informa che Ermengarda rimase vedova di Gerardo nel 1131[11]. Comunque Gerardo, nel 1134 era già morto, come ci viene confermato dalla Historia sive notitia episcopatus Daventriensis, che ci informa di una donazione fatta dalla sua vedova, Ermengarda (Domina Ermengardis comitissa), in suffragio alla sua anima (pro salute animae mariti sui Gerardi)[1]. Dopo essere rimasta vedova, Ermengarda, prima del 1134, si sposò, in seconde nozze, con il conte di Lussemburgo, Corrado II, come ci viene confermato da un documento, datato 1134, della Historia sive notitia episcopatus Daventriensis (cum marito suo Cunrado comite de Lucelenburg)[1]; Corrado II di Lussemburgo, secondo la Chronica Albrici Monachi Trium Fontium, era figlio del conte di Lussemburgo e difensore del monastero di San Willibrod di Echternach, Guglielmo I e di Matilde (o Liutgarda) di Nordheim[13], che, secondo Annalista Saxo era figlia di Conone di Nordheim, conte di Beichlingen e di Cunegonda, figlia di Ottone conte di Orlamünde[14]. Anche il secondo matrimonio di Ermengarda è confermato anche da La formation territoriale des principautés belges au moyen-âge (Brussels), Vol. II[8]. Ermengarda rimase vedova una seconda volta, nel 1136; La formation territoriale des principautés belges au moyen-âge (Brussels), Vol. II ci informa che Ermengarda rimase vedova di Corrado nel 1136[11]. FigliErmengarda a Gerardo II diede due figli[10][15]:
Ermengarda a Corrado II, secondo le Europäische Stammtafeln[18], vol II cap. 1 (non consultate) diede un figlio[19][20]: Note
BibliografiaFonti primarie
Letteratura storiografica
Voci correlateCollegamenti esterni
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