Eolomea
Eolomea, noto in Italia anche come Eolomea - La sirena delle stelle, è un film del 1972 diretto da Herrmann Zschoche. Pellicola di fantascienza tratta dall'omonimo romanzo di Angel Wagenstein e prodotto dalla DEFA. Frutto di una coproduzione tra Germania est, Unione Sovietica e Bulgaria, il film venne presentato il 21 settembre del 1972 ed iniziò ad essere distribuito nelle sale il giorno successivo. TramaOtto navi scompaiono ed il contatto radio con la stazione spaziale gigante "Margot" si interrompe. In seguito a ciò, la professoressa Maria Scholl decide, insieme con il Consiglio Supremo, il coprifuoco per tutte le altre navi in volo nello spazio. Ciononostante, viene concesso ad un veicolo spaziale di lasciare la Terra. Da qui una serie di avvenimenti: primo su tutti giunge sulla Terra un misterioso messaggio cifrato in codice Morse, proveniente dalla costellazione del Cigno, lontana numerosi anni luce dalla Terra. La sua decodifica è la parola "Eolomea". Pare si tratti di un pianeta. Insieme con il capitano di sala Daniel Lagny, personaggio eccentrico e demotivato, la professoressa Maria Scholl si prepara a compiere il rischioso viaggio verso la stazione spaziale "Margot" per risolvere il mistero. Si scopre infine che si era trattato di una spedizione segretamente pianificata contro la volontà del governo per dirigere la navicella rubata verso Eolomea. ProduzioneIl film è una coproduzione tra Germania est (DEFA), Unione Sovietica e Bulgaria. Le scene riferite alle Galápagos sono state girate in realtà sulle coste bulgare del Mar Nero. CriticaDietro la tipica azione contorta della filmografia sci-fi e qualche scena probabilmente realizzata con minor budget, la pellicola nasconde un'ironia sottile ed una critica implicita del sistema, dimostrandosi una intelligente contro-proposta fatta rispetto a numerose produzioni dell'ovest, spesso a loro volta sterili ed eccessivamente lunghe. «Dominano, in Sojux 111 Terrore su Venere e Signale, la tecnologia e l'immagine esterna del futuro, con l'uomo che appare ingiustamente piccolo e rigido, più uno stereotipo o un carattere, mentre Wagenstein penetra nella psiche dei suoi eroi, racconta le loro storie in movimento e i destini, quello del buon vecchio Pilota Kun, che pur svolgendo con coscienza tutte le sue funzioni, aspira di nuovo alla Terra, al figlio, quello del creativo e futurista Professor Tal, che cerca di risolvere i dubbi e gli enigmi di Eolomea, scoprendosi alle critiche, quello del giovane cosmonauta Daniel Lagny, che svolge il proprio lavoro senza usare mai parole grosse, come se fossero queste a creare la nuova dimensione dei cosmonauti. Questa gente così sanguigna in situazioni di conflitto, di libertà vigilata, di comportamenti problematici sono vivi, quasi dei contemporanei del domani.[1]» Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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