Era un membro della potente nobile famiglia degli Aliprandi, che rivendicava una discendenza dal re longobardo Liutprando, e che fu feudataria di vari luoghi nella Lombardia ed ebbe il predominio sulla città di Monza in epoca comunale[1].
Nel corso del XIII secolo la famiglia si trovò ad affrontare con alterni atteggiamenti la crescente potenza dei Visconti.
Enrico, figlio di Astolfo[2], seguì la fazione dei Torriani, ebbe molti soldati al suo comando e fu Signore di Monza nel 1322[3]. Lo stesso ebbe due figli, Francio ambasciatore presso il papa ad Avignone e Giacomo che si distinse nei tornei organizzati dai Gonzaga[2].
Dal predetto Enrico discendeva Gaspare Aliprandi, dal quale derivarono le diramazioni Aliprandi Carena conti di Merone (estinti), Aliprandi-ramo di Giulio Cesare (fiorente e residente a Ferrara) e Aliprandi Visconti[2].
Note
^AA.VV., "Libro d'oro della nobiltà italiana", Roma 2010-2014, Edizione XXIV, vol. XXIX, pag. 41-42
^abcGiovanni Sitoni di Scozia, "Theatrum genealogicum familiarum illustrium, nobilium et civium inclytae urbis Mediolani (...)", Milano 1705 sub voce Aliprandi
^Cinzia Cremonini, “Teatro genealogico delle famiglie nobili milanesi Manoscritti 11500 e 11501 della Biblioteca Nacional di Madrid”, Arcari Editore, Mantova 2003, volume primo pag. 88 e AA.VV., "Stemmario Bosisio", Milano 2002, pag. 161.
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Bibliografia
AA.VV., "Stemmario Bosisio", Milano 2002, pag. 161;
Cinzia Cremonini, “Teatro genealogico delle famiglie nobili milanesi Manoscritti 11500 e 11501 della Biblioteca Nacional di Madrid”, Arcari Editore, Mantova 2003, volume primo pag. 88;
Gavrino Pittonio, "Famiglie nobili di Milano raccolte e manoscritte nella prima metà del XVIII secolo", pag. 302;
Crescenzi Romano, "Anfiteatro romano", pag. 77;
Giovanni Sitoni di Scozia "Theatrum genealogicum familiarum illustrium, nobilium et civium inclytae urbis Mediolani (...)," Milano 1705 sub voce Aliprandi;