Fu professore al Real Liceo Dante di Firenze[3] dal 1865 al 1867[2] e, in seguito, all'Istituto Tecnico Toscano di Firenze,[4] quindi a Bologna, dove ebbe tra gli allievi Augusto Righi, e infine all'Università di Napoli,[5] dove fu professore di Fisica sperimentale e direttore del locale Istituto di fisica dal 1889[1] al 1904.[6]
Il suo nome è legato agli studi compiuti sul ferromagnetismo, iniziati fin dal 1865[1]: si deve a lui la scoperta del cambio di suscettività magnetica di un materiale sottoposto a stress meccanico, un fenomeno conosciuto come effetto Villari. L'inversione di Villari è il cambiamento di segno della magnetostrizione del ferro, da positiva a negativa, quando il materiale è esposto a campi magnetici di circa 40000 A/m (500 oersteds).[1]
Di sua ideazione fu un nuovo tipo di elettrometro a quadrante che perfezionava lo strumento ideato di Thomson grazie all'aggiunta di un freno elettromagnetico che, diminuendo il periodo, migliorava lo smorzamento delle oscillazioni in fase di misura rendendo più rapida e precisa la misura.[1]
Rapporti di parentela
Era fratello dello storico Pasquale Villari[9] e cognato del pittore Domenico Morelli che ne aveva sposato la sorella Virginia[9] e che dipinse un suo ritratto a olio negli anni 1855-1858.[6] Sarà la sorella, nel ricordare la tormentata personalità del fratello, a sottolinearne l'atteggiamento fortemente incline "alla malinconia e alla noia".[6]
^"Intorno ad alcuni fatti singolari di elettro-magnetismo ed alla ipotesi di Weber sulle elettrocalamite; pel dottor Emilio Villari, professore nel R. Liceo di Firenze", pubblicato nel Nuovo Cimento, vol. XXI-II, 1866, pp. 415-427.
^Maurizio Martirano, Il senso del concreto: contributo ad una storia della cultura napoletana tra Ottocento e Novecento, Rubbettino Editore, 2003 p. 133, ISBN 978-88-498-0650-2 (Anteprima limitata su Google books)