Era figlio di Ciro Abram Graziadio e di Marianna Sacerdoti. Entrambi i genitori provenivano da famiglie ebraiche benestanti e si erano sposati pochi giorni prima della sua nascita, essendo la madre rimasta vedova di Marco Grassetti[1].
Cresciuto in un ambiente intellettualmente vivace e sensibile all'arte (la madre era titolare di un palco al teatro Ducale), ricevette un'educazione varia, che spaziava dalla matematica alle lettere. Sin da bambino si mostrò incline alla musica e in particolare al pianoforte. I suoi primi insegnanti furono Giuseppe Barbacini e Giovanni Rossi, maestri concertatori al Ducale, quindi studiò a Pisa con Gustavo Romani e si perfezionò in composizione a Firenze, con Teodulo Mabellini[1].
A 20 anni debuttò con successo come operista con La locandiera, tratto dall'omonima commedia di Carlo Goldoni. Dedito esclusivamente ai generi buffo e giocoso, la sua opera di maggior successo fu Le educande di Sorrento (1868). Nel 1870 scrisse La scommessa, a cui seguì nel 1879 Le donne curiose, tratta dalla commedia omonima di Goldoni che fu portata molte al successo anche dal baritono Federico Carbonetti.[2]
La sua carriera risentì di una progressiva sordità che lo portò a ritirarsi nel 1897 a Milano con la moglie, la cantante Clementina Brusa (Ternate, 30 maggio 1845 - Milano, 2 ottobre 1910).