Emilia Toscanelli nacque da due ricche famiglie borghesi nel palazzo paterno sul Lungarno di Pisa. Il padre Giovanni Battista apparteneva ad una ricca famiglia imprenditoriale; la madre, nobildonna Angiola, risaliva alla famiglia dei Cipriani che avevano possedimenti in Corsica ed erano cugini di Napoleone Bonaparte.[1] La sua prima educazione avvenne a cura della madre nel palazzo pisano del padre. Anche il clima familiare di casa Toscanelli, frequentata da personalità come Antonio Rosmini, Giovanni Battista Niccolini, Vincenzo Salvagnoli ed altri concorse alla formazione di Emilia[2]che fin da giovanetta mostrò interesse per gli avvenimenti politici nazionali e, grazie alla sua curiosità intellettuale, seppe dotarsi di una cultura cosmopolita poliglotta.[1][3]Cattolica, fu grande ammiratrice di Gioberti e rimase sempre legata all’idea di una soluzione moderata del Risorgimento.[4]
Emilia seguì il marito nei suoi viaggi e cambi di domicilio determinati da impegni politici e di Stato. Nel 1859 fu con lui a Parigi e lo aiutò a convincere Napoleone III ad appoggiare l’unione della Toscana al Regno d’Italia.[9] Quando Ubaldino fu chiamato dal Cavour ad assumere incarichi ministeriali dal 1861 al 1864 entrambi i Peruzzi abitarono a Torino. Così come quando in quegli anni il marito fece un viaggio attraverso le province meridionali Emilia lo accompagnò.[10]
Ubaldino morì all'Antella il 9 settembre 1891 e le sue spoglie, per volere della municipalità di Firenze, furono traslate nella basilica di Santa Croce.[10]Emilia continuò a ricevere nel suo salotto fino alle soglie del nuovo secolo. I suoi ultimi anni furono piuttosto tristi; ormai cieca, era costretta a passare l'inverno a Viareggio per trovare un clima meno rigido.[10]La villa dell'Antella fu venduta a sua insaputa per coprire debiti.
Morì nove anni dopo il marito accanto al quale fu sepolta in Santa Croce.[11]
Note
^ab Emilia Toscanelli Peruzzi, Diario (16 maggio 1854 - 1 novembre 1858), a cura di Elisabetta Benucci, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2007, pp. XXII-XXIII, ISBN8860320313.
Emilia Toscanelli Peruzzi, Diario (16 maggio 1854 - 1 novembre 1858), a cura di Elisabetta Benucci, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2007, ISBN8860320313.
Ubaldo Rogari, Due regine dei salotti della Firenze capitale: Emilia Peruzzi e Maria Rattazzi, fra politica cultura e mondanità, Firenze, Sandron, 1992.
Edmondo De Amicis, Un salotto fiorentino del secolo scorso - con una lettera inedita di De Amicis ritrovata tra le carte private di Emilia Toscanelli Peruzzi, a cura di Elisabetta Benucci, ETS, 2002 ristampa, ISBN8846706528.