Ekaterina SvanidzeEkaterina Svanidzé, detta Kato (in georgiano ქეთევან სვანიძე?; in russo Екатерина Семёновна Сванидзе?, Ekaterina Semënovna Svanidze; 2 aprile 1885 – 5 dicembre 1907), è stata la prima moglie di Iosif Stalin[1]. BiografiaNata nella Rach'a, nella Georgia occidentale, Svanidze si trasferì a Tiflis con le due sorelle e il fratello. Fu suo fratello Aleksandre, confidente di Stalin a presentarglielo nel 1905, allora ancora noto con il nome di nascita di Ioseb Džugašvili. Si sposarono ufficialmente nel 1906[2][3] e lei pochi mesi dopo diede alla luce Jakov Džugašvili.[4] La famiglia si trasferì a Baku per evitare l'arresto, ma Svanidze si ammalò e tornò a Tiflis nel 1907, morendo poco dopo il suo ritorno, probabilmente di tubercolosi o tifo.[5] La sua morte ebbe un effetto profondo su Stalin, che teneva molto a Svanidze. Quando sua moglie morì, infatti, Stalin confidò ad un amico: « Questa creatura ha ammorbidito il mio cuore di pietra; con lei sono morti i miei ultimi teneri sentimenti verso l'umanità».[6] Durante le Grandi Purghe, i suoceri di Stalin, dopo aver condiviso per anni la sua quotidianità al Cremlino, furono arrestati, poi giustiziati con il suo consenso, suo fratello Aleksandre "Alëša" Svanidze fu fucilato nel 1941.[1] Note
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