In linguistica, il dittongo mobile è un fenomeno, presente in alcune lingue neolatine, che consiste nella regressione dei dittonghi originati inizialmente da dittongazione romanza a semplici monottonghi dovuto allo spostamento dell'accento a causa di coniugazione, alterazione e derivazione.
Dittongo mobile nell'italiano
In italiano, l'alternanza coinvolge i seguenti dittonghi e monottonghi:
Origine latina |
Sede tonica |
sede atona |
esempio
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-ĕ - o -ae -
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-iè- (/jɛ/)
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-e- (/e/)
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pĕdis > piède - pedàna; laetus lieto - letizia
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-ŏ -
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-uò- (/wɔ/)
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-o- (/o/)
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sŏla >suòla - solétta)
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È possibile soltanto in sillaba aperta, ovvero terminante per vocale, mentre in sillaba chiusa, terminante per consonante, è possibile soltanto la monottongazione; ciò è apprezzabile soprattutto nelle coniugazioni di alcuni verbi irregolari come ad esempio muòvere, dal latino mŏvēre, dove nell'indicativo presente muò-vo (sillaba rizotonica aperta) il dittongo è presente, nel passato remoto mòs-si (sillaba rizotonica chiusa) è assente.
Si tratta comunque di una "regola" già soggetta a numerose oscillazioni fin dai principi della lingua italiana, per cui si sono nel tempo attestate diverse "infrazioni" (dittonghi in sede atona: presiedèndo; vocali semplici in sede tonica: négo vs. diniègo), sia forme tra loro concorrenti (muovèndo vs movèndo) dove quella conforme al dittongo mobile ha talvolta assunto, a seconda dei casi, un sapore dal tono letterario o addirittura pedantesco.
Bibliografia
- Luca Serianni, Italiano. Milano, Garzanti, 1988. I. 56-59 ISBN 9788811504887
- Bart van der Veer, The Italian ‘mobile diphthongs’: A test case for experimental phonetics and phonological theory. Utrecht, LOT, 2006. (versione online) ISBN 90-76864-88-8
- Bart van der Veer, "Eppur si muove: un'analisi critica dell'uso del dittongo mobile nel Novecento." Studi di Grammatica Italiana 20, Accademia della Crusca. Firenze, Le Lettere. 2001, pp. 139-253.
Voci correlate