Il disastro dell'ARA San Juan consiste nella scomparsa in mare del sottomarino argentino ARA San Juan (distintivo ottico S-42), avvenuta il 15 novembre 2017, data in cui si sono perse le sue tracce nel Golfo San Jorge, a circa 233 miglia nautiche (432 km) dalla costa argentina.
Il sottomarino, facente parte della classe TR-1700 dell'Armada de la República Argentina (prefisso navale: ARA), aveva a bordo al momento della scomparsa 44 militari, tra cui la prima donna sommergibilista dell'Argentina, il teniente de navío Eliana María Krawczyk.
Il 17 novembre 2018, un anno dopo la scomparsa del sommergibile, la Marina militare argentina ne ha annunciato il ritrovamento nell'Oceano Atlantico a 907 metri di profondità.[1][2]
Il 15 novembre 2017 alle ore 07:30 (UTC-3), a circa 432 km dal Golfo San Jorge, in Patagonia, l'ARA San Juan mandò l'ultimo messaggio che segnalava problemi alle batterie, e da quel momento si persero ufficialmente le tracce del sottomarino e del suo equipaggio.
Ipotesi
L'ultimo messaggio rilevava un problema alle batterie del sottomarino, e vennero perciò formate varie ipotesi, tra cui la più probabile fu quella dell'esplosione (come avvenuto al sottomarino russo K-141 Kursk) o dell’implosione.
15 paesi (Argentina inclusa) e la NATO hanno iniziato le ricerche in seguito alla scomparsa del sottomarino. Le ricerche si sono intensificate fino al 22 novembre, giorno in cui sarebbe dovuta terminare la scorta di ossigeno nel sottomarino (programmata per durare 7 giorni dall'immersione).
Dopo una conferenza indetta il 23 novembre, la Marina argentina trasformò la ricerca del sottomarino in quella del relitto, perdendo le speranze di ritrovare sopravvissuti.
Ritrovamento
Il 17 novembre 2018 la nave ricerche Seabed Constructor localizza l’ARA San Juan a 907 metri di profondità nel punto d’interesse Nº 24 (45°56′59″S 59°46′22″W45°56′59″S, 59°46′22″W),[5] molto vicino a quello chiamato “punto dato Cabo de Hornos 1”, considerato come il luogo più probabile dal momento della scomparsa e a 20 km NNO dell’anomalia sismica precedentemente notificata dalla CTBTO.[6]
Attraverso la propria pagina Twitter, la Marina argentina comunica il rinvenimento del relitto il giorno stesso, reso possibile grazie a un’osservazione realizzata per mezzo di ROV della compagnia statunitense Ocean Infinity.[7] Il sito è ubicato a 550 km dalla città costiera di Comodoro Rivadavia, in fondo alla scarpata continentale[8]