Diego della Ratta

Diego della Ratta
Conte di Caserta
Stemma
Stemma
In carica13101328
PredecessoreBartolomeo Siginulfo
SuccessoreFrancesco I della Ratta
TrattamentoConte
MorteCaserta
DinastiaDella Ratta
Consorte
  • Domicella di Majorca
  • Odolina di Chiaromonte
Figli
ReligioneCattolicesimo

Diego della Ratta (1285[1]Caserta, dicembre 1325[1]) è stato un nobile italiano, conte di Caserta.

Biografia

Di origine spagnola (forse aragonese o catalano), fu il primo della famiglia della Ratta (prima "de La Rath") a trasferirsi nel Regno di Napoli, durante la guerra del Vespro. Probabilmente giunse a Napoli al seguito di Violante d'Aragona, andata sposa a Roberto d'Angiò nel 1297[2].

Si sposò poi con Domicella, dama di compagnia di Sancia di Maiorca, regina di Napoli e seconda moglie di Roberto d'Angiò.[2]

Diego prese parte a varie campagne militari, guadagnandosi il favore della corte napoletana e ottenendo feudi e titoli. Fu coinvolto in diverse azioni militari in Italia, tra cui l'assedio di Pistoia e la battaglia di Montecatini. Dopo varie posizioni di comando militare e politico, si ritirò nel Regno di Napoli dove divenne conte di Caserta e morì verso la fine nel 1325 o l'anno seguente[2].

Dal matrimonio con Domicella ebbe due figlie, Caterina e Agnese, mentre dal secondo matrimonio con Odolina Chiaromonte ebbe quattro figli: Francesco, Simone, Violante e Isabella.

Citazione nel Decameron di Giovanni Boccaccio

Lo stesso argomento in dettaglio: Struttura_del_Decameron § Sesta_giornata.

Diego della Ratta è protagonista nel Decameron nella terza novella della sesta giornata. Giovanni Boccaccio lo descrive come un affascinante corteggiatore catalano. Diego si innamora di una donna sposata, Monna Nonna de' Pulci, e, pur di averla, paga il marito, che accetta i soldi. Solo dopo, però, il marito scopre di aver ricevuto false monete[3]. Ed è qui che nasce la celebre espressione:

«rimasero al cattivo uomo il danno e le beffe»

Citazione in un sonetto di Cecco Angiolieri

Diego della Ratta è protagonista del sonetto Lassar vo' lo trovare di Becchina[4] nelle Rime CVII. Cecco Angiolieri lo descrive come un "Mariscalco"[5] (verso nº 2) che si pavoneggia nella città di Firenze, volendosi far credere quello che in realtà non è, fra l'altro "pare un gallo ed è una gallina", donde l'avvertimento a "donne e donzelle" che il "su' fatto è solo di parvenza" (verso nº 11)[6].

Note

  1. ^ a b Di Lorenzo
  2. ^ a b c Francesco Tommasi, DELLA RATTA, Diego, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 37, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1989. Modifica su Wikidata
  3. ^ https://www.nobili-napoletani.it/della_ratta.htm
  4. ^ Lassar vo' lo trovare di Becchina
  5. ^ Mariscalco: alto funzionario di corte e comandante di eserciti
  6. ^ https://www.treccani.it/enciclopedia/lassar-vo-lo-trovare-di-becchina_(Enciclopedia-Dantesca)/

Bibliografia

  • Pietro Di Lorenzo, Medievalia (PDF), Associazione culturale Ave Gratia Plena, 2013.

Voci correlate

Collegamenti esterni