DevitalizzazioneUna devitalizzazione è un'operazione odontoiatrica che consiste nell'asportare la polpa di un dente. È un'operazione chirurgica eseguibile da dentisti abilitati. Data la complessità della materia, in genere da specialisti della chirurgia endodontica. La devitalizzazione segue i sintomi quali un'ipersensibilità a stimolazione esterna (freddo, caldo; con minore frequenza e intensità: dolce, salato, masticazione in genere) con dolenzia secondaria. Questi sintomi, sicuramente il dolore a seguito degli stimoli del caldo, indicano a volte una pulpite, che è raramente reversibile. Ulteriori sintomi sono la sensibilità del dente nella parte bassa e in quella laterale a leggeri e ripetuti battiti di un attrezzo di metallo, oppure la sensibilità, provata su altri denti e lì riscontrata maggiore, al contatto con il cotone imbevuto di ipoclorito (o altro acido disinfettante). Trascorse 3-4 settimane, se il dolore persiste, si rende necessario un intervento per evitare che l'infiammazione dia origine ad un ascesso alveolare o ad un granuloma (che può attivarsi ed entrare in fase ascessuale). Se il dolore cessa da sé senza alcun intervento, è opportuno un esame RX per verificare l'assenza di necrosi. Il dolore talora è dovuto all'otturazione di una carie non eseguita correttamente, che si può limare o tentare una migliore applicazione di sottofondo, oppure rimuovere e sostituire con un'altra, se non è troppo vicina al nervo del dente. Può infatti accadere che, tra la dentina e l'otturazione, venga intrappolata o si formi per fermentazione di sostanze residuali una microbollicina d'aria che si espande nei tubuli dentinali provocando dolore. Altre volte capita che l'adesivo per il composito (a base di metacrilato) non si polimerizzi bene e irriti la polpa. Un altro tentativo che si può effettuare è l'utilizzo di dentifrici e collutori iperfluorati e desensibilizzanti. MetodicaLa devitalizzazione è eseguita in anestesia locale, attraverso strumenti appositi (lime canalari, ovvero "file" endodontici) che alesano il canale o i canali radicolari, eliminando il loro contenuto di vasi e nervi fino all'apice del dente, e sigillando infine tutto il decorso canalare con appositi cementi e un materiale biologicamente non attivo (sterile, inerte, non riassorbibile) usato come riempitivo canalare, in genere la guttaperca calda, una resina naturale termoplastica, ovvero BioCalex. Il BioCalex (più noto come Endocal 10) è utilizzato dagli anni '70 in Europa, mentre è poco comune negli Stati Uniti, è una soluzione di ossido di calcio (aggiunto di ossido di zinco in acqua distillata e glicol-etilene) che ha i vantaggi di reagire e trasformarsi in idrossido di calcio e di solidificare in espansione, assicurando una maggiore chiusura che arriva a sigillare fino ai tubuli interni della dentina (diversamente dalla guttaperca che non aumenta in volume e si applica ai tre o quattro canali che irrorano il dente di sangue). Terminata la sigillatura dei canali, il dente può essere richiuso in vari modi: otturazione in materiale composito, ricostruzione con l'aggiunta di porcellana, inserimento di una capsula (con eventuale perno). La capsula viene applicata per garantire una maggiore resistenza alla pressione e una maggiore durata della devitalizzazione (soprattutto rispetto al rischio di rotture verticali del dente che difficilmente sono rioperabili e richiedono in genere l'asportazione). La rimozione di metalli e minerali è importante perché, se i canali del dente non sono completamente chiusi, i residui organici (minerali, polpa del dente, rimanenza di umidità non adeguatamente eliminata dopo il lavaggio e la disinfezione) non rimossi durante la devitalizzazione diventano il nutrimento di colture di batteri che proliferano nel dente devitalizzato, e producono tossine anaerobiche di origine batterica. Spesso è necessario ricorrere alla devitalizzazione di un dente quando una carie raggiunge il nervo (con rischio di ascesso se non trattata) e causa un dolore persistente, o quando si è costretti a limarlo per usarlo come pilastro di un particolare lavoro protesico (corona a giacca). Tale procedura assicura, con le tecniche "attuali" e se eseguita correttamente, la scomparsa del dolore e la sopravvivenza del dente trattato per lungo tempo. Il dolore al dente cessa una volta asportato il nervo. Privato della polpa, il dente tende a disidratarsi e di frequente a rompersi sotto il carico della masticazione. In questi casi, occorre ricoprire il dente devitalizzato con una corona protesica (comunemente detta capsula). Gli antibiotici hanno efficacia in presenza di un ascesso, ovvero di fuoriuscita di batteri e tossine nella gengiva e denti circostanti. Nulla possono contro il granuloma, che non è raggiungibile nemmeno dalle difese immunitarie, posto all'interno di un dente privo di vita. Il dente devitalizzato subisce un processo di vetrificazione che lo rende più duro degli altri denti e al contempo più fragile e soggetto a rottura, anche con un normale carico masticatorio. In caso di rottura può essere effettuata una ricostruzione del dente con ceramica integrale, salvando la porzione di dente residua, ovvero l'incapsulamento con un perno di sostegno nella radice del dente; e se la radice del dente è compromessa, una implantologia con inserimento del perno nell'osso mandibolare. Note
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