Dave Meltzer

Dave Meltzer nel 2018

David Allen Meltzer (New York, 24 ottobre 1959) è un giornalista statunitense che si occupa principalmente di sport da combattimento come il wrestling e le arti marziali miste[1].

Meltzer è l'editore del Wrestling Observer Newsletter fin dal 1983, ma ha scritto anche per il Los Angeles Times e lo Yahoo! Sports; è inoltre un docente universitario alla Stanford University di Palo Alto, dove spiega molti aspetti riguardanti il business che circonda il mondo del wrestling e delle arti marziali miste.[2]

Nel maggio del 2013 è stato definito come "giornalista sportivo più esperto del mondo" da parte di Frank Deford di Sports Illustrated.[3]

Biografia

David Allen Meltzer è nato e vissuto a New York fino all'età di dieci anni, prima che la sua famiglia si trasferisse a San Josè.[4] Nel 1982 si è laureato in giornalismo alla San Josè State University e ha incominciato a lavorare come scrittore sportivo per il Wichita Falls Times Record News e il Turlock Journal.

Meltzer ha dimostrato interesse verso il wrestling fin dall'adolescenza, redigendo molti articoli in cui riportava i territori della National Wrestling Alliance all'infuori di Los Angeles e San Francisco. Nel 1993, con la nascita della Ultimate Fighting Championship, ha iniziato a seguire anche le arti marziali miste.

Metodo di valutazione

Meltzer ha reso popolare il sistema di voto detto "star rating" ideato da Jim Cornette: esso ha lo scopo di valutare i match su una scala da zero a cinque stelle in modo simile a quello usato da molti critici cinematografici[4]. La valutazione, ovviamente, è largamente soggettiva ma generalmente prende in considerazione la quantità di azione e di workrate, la difficoltà e la varietà delle mosse usate, la storia dei workers e della loro faida, lo sviluppo della storyline nel corso del match e infine la reazione complessiva del pubblico presente nell'arena.

I match premiati con il massimo punteggio sono piuttosto rari (solo 257). Dynamite Kid e il primo Tiger Mask (Satoru Sayama) sono stati i primi a ricevere tale riconoscimento mentre Will Ospreay è colui che vanta il maggior numero di match a cinque stelle o più, ben 38 (al 28 giugno 2024).

Sebbene tale sistema di valutazione rappresenti solo l'opinione soggettiva di un individuo, diversi wrestler tra cui Bret Hart[5] hanno affermato di essere orgogliosi dell'elogio del WON.

Il 4 gennaio 2017 il match tra Kenny Omega e Kazuchika Okada, tenutosi in occasione del pay-per-view Wrestle Kingdom 11 della NJPW, è stato valutato con sei stelle; il rematch, tenutosi all'evento Dominion 6.11 l'11 giugno, ha superato tale record raggiungendo la valutazione di 6.25 stelle mentre il terzo match, tenutosi il 9 giugno 2018 a Dominion, ha raggiunto il punteggio di 7 stelle. Sempre nel 2017 Omega ha dato luogo ad un incontro, stavolta contro Tetsuya Naito, valutato 5.75 stelle.

Riconoscimenti

Note

  1. ^ (EN) Wrestling Observer Newsletter trademark, su trademarkia.com, 12 agosto 2010. URL consultato il 25 novembre 2015.
  2. ^ (EN) Lecture by guest speakers Mike Church and Dave Meltzer in Prof. George Foster's class, su searchworks.stanford.edu, Stanford University Library, 9 gennaio 2003. URL consultato il 25 novembre 2015.
  3. ^ (EN) Jake Rossen, In World of Wrestling, Trying to Keep It Real, su nytimes.com, The New York Times, 15 maggio 2013. URL consultato il 22 gennaio 2016.
  4. ^ a b (EN) Dean S. Planet's Celeb Interviews, su deansplanet.com, Dean S. Planet's, 11 luglio 2007. URL consultato il 25 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2003).
  5. ^ (EN) Bret Hart, Hitman: My Real Life in the Cartoon World of Wrestling, Grand Central Publishing, 2009, p. 214, ISBN 978-0-446-54528-0.
  6. ^ Congratulation to Dave Meltzer, the 2017 James Melby Historian Award Winner, su caulifloweralleyclub.org, Cauliflower Alley Club, 20 dicembre 2016. URL consultato il 21 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2018).
  7. ^ (EN) Dave Meltzer to receive Jim Melby Award, su nwhof.org, National Wrestling Hall of Fame, 5 gennaio 2016. URL consultato il 22 gennaio 2016.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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