Capostipite fu Pietro da Ceno (XV secolo) e Daniele da Ceno, primo della famiglia, venne nobilitato dai Gonzaga,[4] presso la cui corte diversi membri della famiglia assunsero a posti di responsabilità.
^abc Daniele Ghirlanda, MORI, Ascanio Pipino de’, su Treccani. Dizionario Biografico degli Italiani. URL consultato il 16 novembre 2021.
^ Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol.1.
^ AA. VV., Corti e dimore del contado mantovano, Firenze, 1969.
^ Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi riconosciute del R. Governo d'Italia, compresi: città, comunità, mense vescovile, abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, Milano, 1929, Vol.2.
^Palazzo Ceni., su palazzoceni.it. URL consultato il 24 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
Bibliografia
Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol.1, ISBN non esistente.
Mario Castagna - Valerio Predari, Stemmario mantovano, vol. I, Montichiari, Zanetti editore, 1991, "Ceni", pp. 202-205.
AA. VV., Corti e dimore del contado mantovano, Firenze, 1969. ISBN non esistente.
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi riconosciute del R. Governo d'Italia, compresi: città, comunità, mense vescovile, abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, Milano, 1929, Vol.2, ISBN non esistente.