Cyclanthera pedataCyclanthera pedata (L.) Schrad., localmente conosciuto con il suo nome quechua kaywa[1][2] o achuqcha[1][3][4], è una pianta erbacea rampicante appartenente alla famiglia Cucurbitaceae[5] che viene coltivata per i suoi frutti commestibili. Di questa specie è nota solo la varietà coltivata, e la grande dimensione del suo frutto rispetto a specie selvatiche strettamente correlate suggerisce che è una coltura completamente addomesticata. Il suo uso risale a molti secoli or sono come testimoniano antiche ceramiche fitomorfe dal Perù raffiguranti i frutti. DescrizioneLa kaywa è una vigorosa pianta rampicante, monoica, annuale che cresce in climi umidi e caldi, il cui fusto glabro può misurare fino 12 m, con foglie alternate, palmate con 5 a 10 pinnule lanceolate dai bordi dentati. Delle ascelle fogliari sorgono i viticci che utilizza la pianta per sostenersi. I fiori unisessuali sono di colore verde chiaro o bianco. I fiori maschili crescono in pannocchie in gruppi di 10 a 20, mentre quelli femminili sono solitari. A differenza di altre Cucurbitaceae, i fiori di questa specie sono molto piccoli, solo alcuni millimetri di diametro. Il frutto è una bacca indeiscente, ovoidale o oblunga, con una punta incurvata. Misura di 10-20 cm di lunghezza per 3-8 cm di larghezza. La superficie è irregolare, con venature scure e può essere liscia o spinosa. Il colore varia del verde scuro al bianco e presenta striature longitudinali sulla superficie. Il mesocarpo è di colore bianco (3-4 mm di spessore), è spugnoso e costituisce la parte commestibile del frutto, con un sapore simile al cetriolo. I semi, alloggiati nello spazio interno del frutto, sono più o meno quadradangolari, neri, rugosi e misurano circa 1,5 cm di lunghezza. Sono presenti generalmente in numero di 12, disposti su due file.[6] Distribuzione e habitatAddomesticato nelle Ande e tradizionalmente distribuito dalla Colombia alla Bolivia, la kaywa è oggi coltivata in molte parti dell'America centrale. La cultura Moche ha avuto un fascino per l'agricoltura e se ne ha evidenza dalla loro arte, come spesso raffigurato nelle loro ceramiche. In Italia è diffuso al nord specialmente nelle valli alpine dove ha trovato un ambiente favorevole alla sua crescita. Infatti nonostante sia una pianta tropicale soffre le estati troppo calde e secche, e il clima delle vallate gli è consono, consentendo la raccolta dei frutti nei mesi di settembre-ottobre. Il nome tradizionale ciuenlai sembra derivare da una storpiatura del nome del famoso politico cinese Zhou Enlai, e viene inoltre chiamato anche milione, per la abbondanza dei suoi frutti.[7] UsiI giovani frutti vengono consumati crudi, e quelli maturi solo cotti.[8] Periodi tra un raccolto e il successivo sono di 2-3 settimane.[9] Il frutto ha un sapore sottile simile al cetriolo, ed ha una grande cavità in cui i semi si sviluppano, e questo può essere riempito con altri alimenti per fare dei ripieni. Questo potrebbe aver ispirato il nome locale spagnolo pepino de rellenar ("cetriolo da ripieno"). I giovani germogli e le foglie possono anche essere consumati crudi.[7][8] Sostanze fitochimicheIl frutto maturo contiene proteine, acido galatturonico, resine, lipoproteine e vari composti steroidei.[10] Galleria d'immagini
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