Curcuminoidi o curcumine sono definiti i composti chimici componenti il pigmento estratto dalla Curcuma longa, i loro analoghi o derivati di origine sia naturale sia sintetica.
Il termine curcuminoidi fu introdotto da Pavolini ed altri nel 1950 ,[1] nell'ambito degli studi sulla sintesi della curcumina
quando ancora non era definito che la curcumina non è una singola sostanza ma una miscela di sostanze congeneri.[2]
I principali curcuminoidi studiati sono quelli rintracciabili nel rizoma della Curcuma longa ed i loro metaboliti.
Caratteristiche
In natura hanno normalmente in comune la struttura diarileptanoide lineare, con 2 gruppi fenolici con vari sostituenti, legati da una catena con 7 atomi di carbonio (C6-C7-C6).[3][4]
I 2 gruppi fenolici sono normalmente legati da gruppi α, β insaturi β dichetoni. È possibile anche che per ciclizzazione interna il legame sia un gruppo α, β insaturo di-idropiranone come nella ciclocurcumina (2-(4-hydroxy-3-methoxyphenyl)-6-[(E)-2-(4-hydroxy-3-methoxyphenyl)ethenyl]-3,4-dihydro-2H-pyran-4-one ).[5][6][7] o che per idrogenazione non ci siano legami insaturi, come nelle idrocurcumine.[8]
I curcumonoidi sono sostanze normalmente insolubili in acqua e poco solubili nei lipidi. Sono instabili. Possono degradare sia per l'esposizione ai raggi UV, sia con pH neutro o alcalino, ≥ 7.[9] Sono inoltre portati all'auto-ossidazione. Tutte caratteristiche poco compatibili con molti potenziali utilizzi farmacologici.
Alcuni curcuminoidi di sintesi sono stati sviluppati per superare i limiti dei curcuminoidi naturali senza compromettere l'attività fisiologica o farmacologica.
Sono considerati curcuminoidi anche complessi come le cassumunine e cassumunarine.[4][10][11][12]
Utilizzo
Il principale utilizzo è come colorante vegetale, con il nome: curcumina, codificato tra gli additivi alimentari della UE con E100.
Il termine curcuminoids viene utilizzato dalla farmacopea USA per indicare un integratore alimentare contenente non meno del 95% dei curcuminoidi estratti dal rizoma della Curcuma longa[13]
Distribuzione curcuminoidi secondo la farmacopea USP
p-idrossicinnamoilferuloilmetano, demetossicurcumina o curcumina II
15 - 25
p,p-di-idrossidicinnamoilmetano, bisdemetossicurcumina o curcumina III
2,5 – 6,5
composizione analoga a quella del colorante curcumina, E100.
Estratti dal rizoma della Curcuma longa ricchi di curcuminoidi sono inclusi in varie farmacopee, non solo di paesi asiatici, indicati prevalentemente per l'azione antiossidante[14][15][16] e per quella anti-infiammatoria su giunture ed articolazioni.[17][18]
Attività antiossidante
Molte ricerche hanno rilevato su diversi modelli l'attività antiossidante ed antiradicalica dei curcuminoidi.
L'attività antiossidante dei curcuminoidi viene comunemente imputata ai gruppi fenolici con ossidrili (-OH) ed in particolare alla tautomeria cheto-enolica dei curcuminoidi simmetrici.[19][20]
Essendo però vari i gruppi funzionali e diversi i possibili sostituenti sui gruppi fenolici che possono partecipare a queste attività, diversi curcuminoidi possono mostrare diverse attività.[7][21][22][23]
Diverso il risultato anche in funzione del sistema di misura adottato.
La maggiore attività antiossidante delle tetraidrocurcumine non è confermata in tutti i modelli ma sempre più ricerche si focalizzano su di loro per il minor o assente potere colorante e perché non esibiscono attività pro-ossidante.[21][22][24][25]
Note
^Pavolini, T.; Gambarin, F. Grinzato, A. M. Curcumina e curcuminoidi. Ann. Chim. Roma, 1950, 40, 280-291
^T. Masuda, A. Jitoe and N. Nakatani (1993). Structures of cassumunin A, B, and C, new potent antioxidants from Zingiber cassumunar, Chem. Lett., 189-192.
^ESCOP 2003: ESCOP Monographs: The Scientific Foundation for Herbal Medicinal Products, 2nd edition. 2003. Exeter (GB): European Scientific Cooperative on Phytotherapy and Thieme
^T. Masuda, J. Isobe, A. Jitoe and N. Nakatani (1992). Antioxidative curcuminoids from rhizomes of Curcuma xanthorrhiza, Phytochemistry. 31, 3645-3647.