Le prime sepolture vennero alla luce nell'inverno del 1884 ma vennero quasi completamente distrutte dai lavori agricoli che avevano portato alla scoperta del sito; le prime tombe furono scavate da Giovanni Bandieri e don Ruzzenenti, inizialmente sotto la direzione scientifica di Gaetano Chierici, che a seguito delle rigide temperature si ammalò e morì nel gennaio 1886. I lavori di scavo proseguirono sotto la guida di Giovanni Bandieri, che trasportò molti dei reperti e alcune tombe nel Palazzo dei Musei (Reggio Emilia).[3] Altre campagne di scavo furono eseguite negli anni successivi, e in seguito negli anni '70 e '80 del Novecento.
Le sepolture
Le sepolture di questo periodo custodivano nella maggior parte dei casi un solo defunto, in posizione rannicchiata o supina; i rannicchiati erano deposti prevalentemente sul fianco sinistro con il capo rivolto a Nord ovest. Nella necropoli di Remedello e in altre dello stesso arco cronologico sono però presenti anche sepolture multiple e, in altri siti coevi, anche rituali di deposizione secondaria dei cadaveri.[3][4][5]
I corredi maschili erano rappresentati da frecce, pugnali in pietra e asce in pietra levigata; tra le sepolture sono poche quelle con asce e pugnali in rame o oggetti ornamentali.[3]
Le sepolture femminili si presentavano corredate da recipienti di ceramica o (in rari casi) oggetti d'ornamento. Le tombe di bambini o giovani contenevano a corredo semplici schegge di selce.[3]
Tra gli elementi ritrovati degni di nota si segnala la presenza di selci estremamente accurate, oggetti in ramearsenicale o in argento (armi, spilloni, pettorali, bracciali), caratterizzati da elementi decorativi di origine orientale;[2] cuspidi di frecce, pugnali litici, asce in pietra levigata e in pietra verde.[6] Poche sepolture contenevano oggetti di ornamento[7] quali ad esempio decorazioni ricavate dalle conchiglie Dentalium e Cardium.[8]
Cronologia
Sebbene le tombe rinvenute siano databili per la maggior parte all'età del rame,[9] sono state ritrovate sepolture anche delle successive età del bronzo e del ferro.[2]
Recentemente si sono distinti due periodi cronologici databili all'età del rame:[3] le cronologie assegnate in un primo momento (Remedello I: 3400/3200 a.C. - 2800 a.C.; Remedello II: 2900/2800 a.C. - 2400 a.C.[10]) sono state riviste da Raffaele de Marinis grazie alle nuove datazioni delle tombe 78 e 83[11] e così aggiornate:
Remedello I: 3500 - 3000 a.C., antica età del rame;
Remedello II: 3000 - 2500 a.C., piena età del rame.
Genetica
In uno studio del 2015 sono stati analizzati 3 campioni appartenenti al sito di Remedello, datati dal 3400 al 1700 a.C.
In tutti e 3 gli scheletri è stato rilevato l'aplogruppo Y-DNA I2,[12] più precisamente I2a1a1[13], clade attualmente diffusa soprattutto tra i Sardi, dove raggiunge il 38% dei lignaggi maschili.[14]
^ Federico Roncoroni, Le sepolture secondarie e collettive in ripari sotto roccia nel Bresciano, in L'età del Rame. La Pianura Padana e le Alpi al tempo di Otzi, Brescia, Compagnia della Stampa Massetti Rodella, 2013, pp. 405-422, ISBN9788884865533.
^ Monica Miari, Le sepolture secondarie e collettive in ripari sotto roccia e in grotte in Emilia e Romagna, in L'età del Rame. La Pianura Padana e le Alpi al tempo di Otzi, Brescia, Compagnia della Stampa Massetti Rodella, 2013, pp. 431-436, ISBN9788884865533.
^ de Marinis Raffaele Carlo, La necropoli di Remedello Sotto e l'età del Rame nella pianura padana a nord del Po, in L'età del Rame. La Pianura Padana e le Alpi al tempo di Otzi, Brescia, Compagnia della Stampa Massetti Rodella, 2013, p. 341, ISBN9788884865533.
^Raffaele Carlo de Marinis, La necropoli di Remedello Sotto e l'età del Rame nella pianura padana a nord del Po, in L'età del Rame. La Pianura Padana e le Alpi al tempo di Otzi, Brescia, Compagnia della Stampa Massetti Rodella, 2013, pp. 301-302, ISBN9788884865533.
^ de Marinis Raffaele Carlo, La necropoli di Remedello Sotto e l'età del Rame nella pianura padana a nord del Po, in L'età del Rame. La Pianura Padana e le Alpi al tempo di Otzi, Brescia, Compagnia della Stampa Massetti Rodella, 2013, p. 343, ISBN9788884865533.
^ Volker Heyd, L'Europa nell'età del rame: la "calcolitizzazione" di un continente, in L'età del Rame. La Pianura Padana e le Alpi al tempo di Otzi, Brescia, Compagnia della Stampa Massetti Rodella, 2013, p. 217, ISBN9788884865533.
^ Raffaele Carlo De Marinis, Le necropoli di Remedello, Volongo e Cumarola: nuovi aggiornamenti, in Le manifestazioni del sacro e l’età del Rame nella regione alpina e nella pianura padana, Atti del convegno, Brescia, Euroteam, 2014, p. 217.
Lawrence Barfield, Eneolitico, in Preistoria nel Bresciano. La cultura materiale, Brescia, Grafo, 1979, pp. 35-44.
Raffaele Carlo de Marinis, La necropoli di Remedello Sotto e l’età del Rame nella pianura padana a nord del Po, in L’età del Rame. La Pianura Padana e le Alpi al tempo di Otzi, Brescia, Compagnia della Stampa Massetti Rodella, 2013, pp. 301-351, ISBN9788884865533.
Raffaele Carlo De Marinis, Le necropoli di Remedello, Volongo e Cumarola: nuovi aggiornamenti, in Le manifestazioni del sacro e l’età del Rame nella regione alpina e nella pianura padana. Atti del convegno, Brescia, Euroteam, 2014, p. 217.
Federico Roncoroni, Le sepolture secondarie e collettive in ripari sotto roccia nel Bresciano, in L'età del Rame. La Pianura Padana e le Alpi al tempo di Otzi, Brescia, Compagnia della Stampa Massetti Rodella, 2013, pp. 405-422, ISBN9788884865533.
Monica Miari, Le sepolture secondarie e collettive in ripari sotto roccia e in grotte in Emilia e Romagna, in L’età del Rame. La Pianura Padana e le Alpi al tempo di Otzi, Brescia, Compagnia della Stampa Massetti Rodella, 2013, pp. 431-436, ISBN9788884865533.
Ottavio Cornaggia Castiglioni, La Cultura di Remedello. Problematica ed ergologia di una facies dell'Eneolitico padano, in Memorie della Societa italiana di scienze naturali e del Museo civico di storia naturale di Milano, XX, 1, Milano, Societa italiana di scienze naturali, 1971.