Credito al consumoCon credito al consumo si intendono tutte quelle attività di finanziamento delle persone fisiche e delle famiglie che hanno lo scopo di sostenere i consumi o di rimandare o rateizzare i pagamenti. Il credito al consumo si caratterizza per il fatto che non serve per sostenere investimenti, ma solo per finanziare la spesa corrente delle famiglie. In ItaliaIn Italia, gli unici soggetti autorizzati a concedere il credito al consumo sono le banche e gli intermediari finanziari iscritti negli appositi registri. L'istituto è stato disciplinato dal Codice del Consumo (d.lgs 6 settembre 2005 n. 206), ed in particolare dagli articoli 40-43, sino all'introduzione del decreto legislativo 13 agosto 2010 n. 141, che, in attuazione della direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, ha abrogato i suddetti articoli, inserendo le disposizioni relative al credito al consumo nel testo unico bancario (decreto legislativo n. 385 del 1993). Pertanto la disciplina oggi vigente è quella di cui agli articoli 121 - 126 del T.U.B. In modo informale ma diffuso nei piccoli negozi alimentari, ora in modo minore ma prassi comune prima dell'arrivo dei supermercati era il credito sulla spesa saldabile a fine mese con la riscossione dello stipendio[2]. Strumenti finanziariGli strumenti finanziari che sono utilizzati per accedere al credito al consumo sono:
Non rientrano invece nel credito al consumo i mutui ipotecari per l'acquisto di immobili in quanto si tratta di un investimento e il debito risulta coperto dal valore dell'immobile stesso. Gli strumenti per accedere al credito al consumo possono essere suddivisi in finanziamenti finalizzati, quali la rateizzazione dell'acquisto di un'automobile o il pagamento degli acquisti tramite carta di credito, e in finanziamenti non finalizzati, tra cui i prestiti personali e il consolidamento del debito delle famiglie. Garanzie e tassi di interesseLe garanzie che vengono chieste al consumatore per accedere al credito al consumo sono abbastanza limitate, tipicamente è sufficiente che il richiedente abbia un reddito, meglio se da lavoro a tempo indeterminato o nella pubblica amministrazione, un conto corrente e non sia iscritto nella lista dei cattivi pagatori. Il tasso di interesse applicato a queste tipologie di prestiti è molto più elevato rispetto a quello applicato ai mutui. Quando invece il prestito ha il solo scopo di incentivare l'acquisto invogliando il consumatore ad affrontare una spesa che altrimenti non sarebbe in grado di sostenere, è possibile che venga applicato un tasso molto ridotto (prestiti a tasso zero). In questi casi è possibile pensare il prestito come ad una forma di sconto, è infatti il venditore che si accolla l'onere del finanziamento verso l'istituto che concede il credito. NoteVoci correlate
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