Non tutti i paesi ritengono validi i confini sopraccitati, nel 1973, infatti, il ministero dell'industria della Norvegia, che rivendica il possesso della Terra della Regina Maud, fissò i confini della costa della Principessa Marta in corrispondenza della lingua di ghiaccio Troll (69°30′S 0°30′W69°30′S, 0°30′W), a est, e del meridiano 20°W, a ovest.[2]
La costa della Principessa Marta è stata la prima porzione di costa del continente antartico mai avvistata dall'uomo. Tale scoperta venne fatta da Fabian von Bellingshausen e Mikhail Lazarev nel 1820.
La costa fu battezzata in onore della principessa Marta di Svezia, moglie del futuro re di Norvegia Olav V, da parte del capitano Hjalmar Riiser-Larsen quando questi scoprì, durante un volo di ricognizione effettuato dalla nave Norvegia nel febbraio 1930, la parte di costa nelle vicinanze di capo Norvegia (71°20′S 12°18′W71°20′S, 12°18′W).[3]
Il settore a est del meridiano 18°W fu parte della Nuova Svevia, territorio esplorato e rinominato dalla Germania tra il 1938 e il 1939.
In questa regione sono presenti tre basi di ricerca permanenti: la tedesca Neumayer III, la sudafricana SANAE IV e la norvegese Troll. Le basi non permanenti sono la finlandese Aboa, a svedese Wasa e la tedesca Kohnen. Stando ai confini definiti dalla Norvegia, sia la Stazione Kohnen che la Stazione Troll non sono situate nella costa della Principessa Marta ma in quella della Principessa Astrid.