Corneto (Puglia)
StoriaFu un casale in possesso dell'abbazia della Santissima Trinità di Venosa, a cui venne donato da Roberto il Guiscardo nel 1063[2]. Il casale prosperò e in una cronaca di Venosa del XII secolo è citato come uno dei più grandi del regno[3]. Nel 1191 subì un saccheggio da parte dell'imperatore Enrico VI, in seguito all'appoggio dato dall'abbazia venosina a Tancredi di Lecce[3] che gli contendeva il trono di Sicilia. I Cavalieri teutonici ottennero diverse donazioni di terre presso Corneto a partire dal 1226, inizialmente soggette alla commenda di Barletta. In seguito ad una cospicua ulteriore donazione da parte dell'imperatore Federico II, nel 1231 il gran maestro Ermanno di Salza, amico e consigliere dell'imperatore, vi istituì una commenda autonoma, che ebbe sede a poca distanza dal borgo, nella Torre Alemanna, tuttora conservata. Primo "commendatore" fu Algotio[4]. Nel 1232 vi morì e vi fu sepolto il monaco francescano Benvenuto da Gubbio, per il quale il casale di Corneto richiese al papa la canonizzazione[5]. Nei pressi si trovava una scuderia di proprietà imperiale[6] L'abitato fu circondato da un muro con fossato e il castrum (centro fortificato) fu restituito nel 1268 da Carlo I d'Angiò all'abbazia di Venosa. Nel 1297 i beni dell'abbazia a Corneto, in seguito alla sua soppressione, passarono per volere di papa Bonifacio VIII all'ordine di San Giovanni di Gerusalemme, che vi stabilì una masseria (domus terre Cornete)[7] Agli inizi del XIV secolo il borgo godeva di grande prosperità[8] e ugualmente prospera era la commenda teutonica[9]. Nel 1349 il borgo fu distrutto nell'ambito della guerra tra la regina Giovanna I di Napoli e Luigi I d'Ungheria. La Torre Alemanna rimase il centro di una grande azienda agricola gestita dall'ordine teutonico[10] che a partire dalla metà del XV secolo appartenne alla commenda cardinalizia di abbazia di San Leonardo di Siponto. Note
Bibliografia
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