Cornelia Bargmann

Cornelia Bargmann

Cornelia "Cori" Isabella Bargmann (1 gennaio 1961) è una neuroscienziata statunitense, nota per il suo lavoro sui meccanismi genetici e dei circuiti neurali del comportamento utilizzando C. elegans, in particolare i meccanismi dell'olfatto nel verme.

È stata eletta alla National Academy of Sciences ed è stata ricercatrice dell'Howard Hughes Medical Institute presso l'University of California, San Francisco (UCSF) e poi per la Rockefeller University dal 1995 al 2016. Dal 2016 al 2022 è stata presidente di Chan Zuckerberg Initiative[1] e del progetto BRAIN Initative[2][3].

Biografia

Bargmann è nata in Virginia ed è cresciuta ad Athens, in Georgia.[4] I suoi genitori sono immigrati europei.[5] Ha quattro sorelle ed è la figlia di Rolf Bargmann, statistico e informatico presso l'Università della Georgia. È cresciuta suonando il pianoforte, ha descritto la sua famiglia come "spaventosamente ben istruita"[6] ed è stata ispirata a studiare scienze perché sua sorella maggiore aveva frequentato la facoltà di medicina. Dice anche che crescere nell'era spaziale ha favorito il suo amore per la scienza.[5]

Ha completato gli studi universitari presso l'Università della Georgia nel 1981, con una laurea in biochimica. Mentre era all'UGA, ha lavorato nel laboratorio di biologia di Wyatt Anderson]e poi nel laboratorio di genetica di Sidney Kushner.[6] Ha completato la scuola di specializzazione al MIT con un dottorato di ricerca presso il dipartimento di Biologia nel 1987 nel laboratorio di Robert Weinberg. Ha esaminato i meccanismi molecolari dell'oncogenesi e ha contribuito a identificare il ruolo della proteina Ras nel cancro della vescica. Ha scritto la sua tesi su neu, un oncogene non-Ras. Sebbene all'epoca la rilevanza della sua ricerca fosse messa in dubbio, in seguito ha portato a trattamenti significativi per il cancro al seno.[6]

Carriera e ricerca

Bargmann ha completato un post-dottorato con H. Robert Horvitz al MIT, lavorando sui meccanismi di biologia molecolare delle neuroscienze. Ha iniziato ad occuparsi del comportamento chemiosensoriale in C. elegans e ha ottenuto diverse scoperte, dimostrando, tra le altre cose, che i nematodi hanno un senso dell'olfatto.[6][7] Nel 1995 è entrata nel dipartimento di Anatomia presso l'UCSF, nel 1998 è stata promossa da assistente a professoressa e dal 1999 al 2000 è stata vicepresidente del dipartimento.[6]

Ha continuato i suoi studi sul comportamento dei vermi e sul controllo neurale, concentrandosi sull'olfatto a livello molecolare. Ha cercato geni simili a quelli trovati da Richard Axel e Linda Buck come base dell'olfatto e del gusto, e ha trovato quei geni nel genoma recentemente sequenziato di C elegans. Il suo lavoro ha portato alla scoperta dei meccanismi alla base di comportamenti complessi, come i comportamenti alimentari.[6][8] La ricerca ha continuato a portare a una comprensione più profonda del cervello, delle capacità sensoriali e dello sviluppo neuronale. Bargmann ha anche identificato SYG-1, una molecola "matchmaker", una molecola che dirige i neuroni a formare connessioni tra loro durante lo sviluppo.[9][10][11][12]

Nel 2004, Bargmann si è trasferita alla Rockefeller University.[10] Motivo: voleva una maggiore flessibilità per concentrarsi sulla ricerca.[5] Ha lavorato come ricercatrice dell'Howard Hughes Medical Institute fino al 2016 prima di assumere la presidenza della CZI. Il laboratorio di Bargmann utilizza un organismo relativamente semplice, il nematode C. elegans, e il suo olfatto estremamente sensibile per studiare come i geni regolano lo sviluppo, la funzione e il comportamento neuronale. Il suo lavoro è stato riconosciuto con numerosi premi, tra cui l'elezione alla National Academy of Sciences. Nel 2012 ha fatto parte della giuria del Premio Infosys per le Scienze della Vita.

La ricerca di Bargmann è stata finanziata dall'Howard Hughes Medical Institute dal 1995 al 2016.[13] Presidente dell'iniziativa BRAIN e responsabile scientifico dell'iniziativa Chan Zuckerberg,[14] nel 2013 ha vinto il premio Breakthrough in Life Sciences da 3 milioni di dollari.[5]

Vita privata

Bargmann è sposata con il collega scienziato olfattivo Richard Axel, premio Nobel. In precedenza, era stata sposata con Michael J. Finney, che aveva completato gli studi universitari al MIT diventando poi direttore di Sage Science, Inc.

Premi e riconoscimenti

  • 1990-1995 - Premio Lucille P. Markey[6]
  • 1992-1995 - Premio Searle Scholar[6]
  • 1997 - Premio Taskago per la ricerca sull'olfatto.[15]
  • 1997 - Premio W. Alden Spencer per la ricerca nel campo delle neuroscienze.[15]
  • 2000 - Premio Charles Judson Herick per la neurologia comparata.[15]
  • 2002 - Membro dell'Accademia Americana delle Arti e delle Scienze.[16]
  • 2003 - Membro dell'Accademia Nazionale delle Scienze
  • 2004 - Premio Dargut e Milena Kemali per le Neuroscienze di Base e Cliniche.[15]
  • 2009 - Premio Richard Lounsbery
  • 2010 - Premio Perl-UNC
  • 2012 - Premio Kavli per le neuroscienze
  • 2012 - Membro dell'Accademia Norvegese delle Scienze e delle Lettere[17]
  • 2012 - Membro della Società Filosofica Americana
  • 2013 - Premio Breakthrough nelle Scienze della Vita per la genetica dei circuiti neurali e del comportamento, e le molecole sinapttiche guida
  • 2015 - Medaglia Benjamin Franklin per le scienze della vita.[18]
  • 2016 - Premio Edward M. Scolnick per le Neuroscienze.[19]
  • 2021 - Medaglia Salk per l'eccellenza nella ricerca.[20]
  • 2024 - Premio Gruber per le neuroscienze[21]

Note

  1. ^ (EN) Our Leadership, su Chan Zuckerberg Initiative. URL consultato il 9 aprile 2021.
  2. ^ (RU) Атлас мозга в действии — Популярная механика, su popmech.ru. URL consultato il 2 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2016).
  3. ^ (EN) It’s BRAIN Time: HHMI Bulletin Winter 2014, in Howard Hughes Medical Institute (HHMI). URL consultato il 2 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2016).
  4. ^ (EN) The Kavli Prize: "Cornelia Bargmann", su kavliprize.no (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
  5. ^ a b c d (EN) Ushma S. Neill, 7, in A conversation with Cornelia Bargmann, Journal of Clinical Investigation, vol. 128, 2 luglio 2018, pp. 2655–2656.
  6. ^ a b c d e f g h (EN) M. Marino, 9, in Biography of Cornelia I. Bargmann, Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 102, 22 febbraio 2005, pp. 3181–3183.
  7. ^ (EN) Features | As the Worm Turns, su uga.edu, 17 febbraio 2012. URL consultato il 7 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2012).
  8. ^ (EN) Nicholas Wade, In Tiny Worm, Unlocking Secrets of the Brain, in The New York Times, 20 giugno 2011. URL consultato il 7 aprile 2021.
  9. ^ (EN) Tim Friend, Nerve cell mystery is unlocked, in USA Today, 10 marzo 2003.
  10. ^ a b (EN) Internationally renowned neurobiologist to join Rockefeller University; Cori Bargmann discovered "matchmaker" molecule, su News. URL consultato il 7 aprile 2021.
  11. ^ UCSF News Office, su pub.ucsf.edu, 8 maggio 2005. URL consultato il 7 aprile 2021 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2005).
  12. ^ (EN) I Smell a ... Worm, in The Scientist Magazine. URL consultato il 7 aprile 2021.
  13. ^ (EN) Cornelia I. Bargmann, su HHMI.org. URL consultato il 7 aprile 2021.
  14. ^ (EN) Rockefeller neuroscientist Cori Bargmann to lead science work at Chan Zuckerberg Initiative, in Newswire, 23 settembre 2016. URL consultato il 7 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2016).
  15. ^ a b c d (EN) Policy, su AIBS.
  16. ^ (EN) Book of Members, 1780-2010: Chapter B (PDF), American Academy of Arts and Sciences. URL consultato il 17 maggio 2011.
  17. ^ (NO) Utenlandske medlemmer, su dnva.no, Norwegian Academy of Science and Letters. URL consultato il 27 dicembre 2021.
  18. ^ (EN) Cori Bargmann awarded 2015 Benjamin Franklin Medal, su News. URL consultato il 26 settembre 2020.
  19. ^ (EN) Anne Trafton, McGovern Institute awards prize to neurogeneticist Cori Bargmann, su MIT McGovern Institute, 25 febbraio 2016. URL consultato il 26 settembre 2020.
  20. ^ (EN) Salk Institute Medal, su Salk Institute. URL consultato il 1º settembre 2023.
  21. ^ (EN) 2024 Gruber Neuroscience Prize, su gruber.yale.edu.

Collegamenti esterni