Constitutio romanaLa Constitutio romana, nota anche come Constitutio Lotharii, è uno statuto imperiale-pontificio in nove capitoli emanato l'11 novembre 824 da Lotario I, sovrano del Regnum Italicum, figlio dell'imperatore Ludovico il Pio e coimperatore, mediante il quale vennero regolati gli affari giuridici dell'Urbe. AntefattiLotario, re d'Italia e associato al trono imperiale dal padre Ludovico il Pio, si era recato a Roma una prima volta nella primavera dell'823 per ricevere la consacrazione a coimperatore dall'allora Papa Pasquale I. Nella sua visita aveva allacciato rapporti con numerosi membri dell'aristocrazia romana assicurandosi nel contempo una notevole popolarità presso le classi popolari della Città eterna. Intravista la possibilità di rinsaldare il potere imperiale su quello che veniva ancora denominato Ducato romano, legandolo ancor più al Regnum Italicum e all'impero, aveva approfittato della lotta per il potere fra il nuovo papa, Eugenio II, e il capopopolo Sisinnio o Zinzinno (in latino Zinzinnus), per tornare nuovamente a Roma nel settembre dell'anno successivo erigendosi ad arbitro nella contesa. Lotario, in rappresentanza dell'imperatore, e papa Eugenio concordarono la stesura di un documento per mettere fine alle continue dispute tra le fazioni romane, sancire definitivamente i diritti e i doveri di ciascuno e prevenire futuri disordini[1]. Il documento non redistribuisce i poteri tra Santa Sede ed Imperatore, bensì riconosce ufficialmente lo stato di fatto esistente: l'aristocrazia, erede dell'antico Senato, detiene i poteri municipali, ma sopra di essa viene il pontefice. Egli, a sua volta, è assistito dall'imperatore, il quale, rivestito del titolo di patricius (cioè protettore di Roma), deve vigilare affinché regni l'ordine. Il pontefice è a capo della Chiesa, ma è solo il successore di San Pietro sul trono papale. È San Pietro il vero padrone di Roma, come riconosce il documento all'articolo IX[1]. ContenutiLa Constitutio romana si articola in nove punti, o articoli, che regolano:
Significato e conseguenzeLa facoltà di ciascun romano di scegliere la propria legge fu una novità. Fino ad allora veniva utilizzato nei tribunali dell'Urbe il diritto romano in forma quasi esclusiva. La Constitutio sancì dunque la parità tra esso, il diritto salico e quello longobardo. L'adozione del diritto individuale (salico o longobardo) in luogo di quello territoriale (romano), venne accolta favorevolmente, a dimostrazione di come la presenza dell'elemento germanico in città e nel territorio laziale fosse tutt'altro che trascurabile. D'altra parte, la coesistenza di tre diversi sistemi giuridici nello Stato della Chiesa non diede origine a disordini o proteste nei decenni successivi, segno evidente che il diritto romano continuò ad essere «quasi universalmente riconosciuto, e tale rimase fino a che un editto di Corrado II non ne restrinse la validità al solo territorio di Roma[2]»; L'obbligo del giuramento dei sudditi al pontefice sancì il pieno riconoscimento del suo potere temporale. L'imperatore, da una parte, riconobbe alla Sede apostolica diritti sovrani sul territorio dello Stato della Chiesa, ma affermò d'altra parte l'assoluto diritto di sovranità imperiale sui poteri amministrativi e giuridici esercitati da singuli duces et iudices ("ciascun duce[3] e giudice"). L'Impero d'Occidente si sostituiva a quello d'Oriente come garante del rispetto dell'ordine civile in Roma. Riforma di Lotario (850)Nell'anno 850 lo stesso Lotario volle reinterpretare lo spirito con cui era stata formulata la Constitutio romana, attenuando la posizione non paritaria in cui si era venuto a trovare il potere pontificio rispetto a quello imperiale. Diede infatti disposizioni a suo figlio Ludovico II, allorché venne incoronato imperatore a Roma da Papa Leone IV (affiancandosi nel governo dell'Impero a suo padre), di condurre per le briglie, lungo una parte del cammino, il cavallo del Papa all'uscita di quest'ultimo dalla propria residenza. Con tale atto simbolico il sovrano franco volle sottolineare la propria sottomissione formale al pontefice[4]. La Constitutio romana nella storiografiaGli storici si sono variamente espressi sul significato del documento. Non ci sono dubbi nel collocarlo tra i documenti più importanti nella storia dello Stato Pontificio. Gli studiosi si dividono su un'altra questione: se cioè esso rappresenti il riconoscimento formale e solenne di una situazione in essere oppure sancisca il predominio dell'imperatore sul papa, limitandone le prerogative. Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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