Coccodì coccodà
Mon coq est mort (letteralmente Il mio gallo è morto, generalmente tradotto in italiano con Il gallo è morto) è considerato un motivo tradizionale francese[1]. In Italia è stato registrato alla SIAE col titolo Coccodì coccodà da Walter Valdi per il testo e da Armando Celso per la musica ed interpretato dallo stesso Valdi nel 45 giri Coccodì e coccodà/Ma va a scopare il mare del 1970. Il branoLa musica è molto semplice, basata su due accordi, con strofe che si ripetono, ricalcando lo stile della musica folk. Il testo è costituito da una sola frase: Il gallo è morto, il gallo è morto, il gallo è morto, il gallo è morto, non canterà più e coccodì e coccodà, non canterà più e coccodì e coccodà! Tale frase viene ripetuta varie volte in varie lingue; l'effetto comico è dato sia da alcune strofe maccheroniche in russo, tedesco e latino, sia dall'accentuazione data dall'interprete su alcune caratteristiche della pronuncia della lingua in cui canta. Il finale, cantato in dialetto milanese, svela il colpo di scena: "Sun stà mi che o masà el gall!" "Te se stà ti che t'è masà el gall?!?" "El m'a rott i ball col coccodì e coccodà, El m'a rott i ball col coccodì e coccodà!". Le coverIl brano divenne subito molto noto, sin dalla sua prima pubblicazione, ed entrò nel repertorio di molti cabarettisti e cantanti, venendo quindi reinciso in molte occasioni. Ecco alcune delle più significative:
La canzone è stata inoltre eseguita in vari spettacoli televisivi da vari artisti, tra cui Claudio Bisio e Claudio Baglioni (in una puntata di Zelig) e Cochi e Renato. Note
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