Chrysoma pauciflosculosa

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Chrysoma pauciflosculosa
Immagine di Chrysoma pauciflosculosa mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùAstereae

North American lineage

SottotribùSolidagininae
Genere Chrysoma
Nutt., 1834
Specie C. pauciflosculosa
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùAstereae
Genere Chrysoma
Specie C. pauciflosculosa
Nomenclatura binomiale
Chrysoma pauciflosculosa
Greene, 1895

Chrysoma pauciflosculosa Greene, 1895 è una specie di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae (North American lineage) e sottotribù Solidagininae. Chrysoma pauciflosculosa è anche l'unica specie del genere Chrysoma Nutt., 1834.[1][2][3]

Etimologia

Il nome generico (Chrysoma ) deriva dalla parola greca "chrysos" (= oro) e "-ome" (= avente la condizione di...) e fa riferimento ai capolini prevalentemente giallo-oro.[4] L'epiteto specifico ( pauciflosculosa ) deriva dal latino "paucus" (= pochi) ossia "pochi fiori".[5]

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Edward Lee Greene (1843-1915) nella pubblicazione " Erythea; a Journal of Botany, West American and General. Berkeley, CA" ( Erythea 3: 8) del 1895.[6] Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Thomas Nuttall (1786-1859) nella pubblicazione " Journal of the Academy of Natural Sciences of Philadelphia. Philadelphia, PA" ( J. Acad. Nat. Sci. Philadelphia 7: 67 ) del 1834.[7].

Descrizione

Portamento. La specie di questa voce ha un habitus di tipo arbustivo sempreverde con superfici glabre e glutinose (resinose).[8][9][10][11][12][4]

Fusto. La parte aerea è eretta, semplice o ramosa. Altezza media: 50- 100 cm.

Foglie. Le foglie sono disposte in modo alternato, da brevemente picciolate a sessili. La lamina è semplice, margini interi con forme da oblanceolate a strettamente ellittiche. La superficie può essere punteggiata da ghiandole anche stipitate. Dimensione delle foglie: 20 - 60 x 2 - 10 mm.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono composte da diversi capolini raccolti in formazioni cimose. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale sessile o subsessile di tipo radiato (talvolta discoide). I capolini sono formati da un involucro, con forme cilindriche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, con forme lanceolate, indurite alla base e a consistenza erbacea nella parte apicale, sono disposte in modo più o meno embricato su 3 - 4 serie. Il ricettacolo può essere provvisto o privo di pagliette a protezione alla base dei fiori; la forma è piatta o da convessa a conica.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): sono da 1 a 2 per capolino, sono femminili e sono disposti su una sola serie; la forma è ligulata (zigomorfa); raramente sono assenti;
  • fiori del disco (centrali): sono più numerosi (da 3 a 4) con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi.
*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
  • Corolla:
    • fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa, mentre all'apice è ligulata; la ligula può terminare con alcuni denti; il colore è giallo; lunghezza: 4 - 6 mm;
    • fiori del disco: la forma è allungata-tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, da patenti a ricurvi, hanno una forma più o meno lanceolata; il colore è giallo o giallo-forte; lunghezza: 4,5 - 5 mm.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono troncate e sono lievemente auricolate (molto raramente sono speronate o hanno una coda); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte e lanceolate; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).[12][14]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.[8] Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti, brevi o lunghi a seconda della specie) e con le linee stigmatiche marginali separate.[15] I due bracci dello stilo sono in genere lineari-triangolari e papillosi.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo;

  • achenio: gli acheni, brunastri, con forme turbinate-oblunghe e superficie liscia, hanno 8 - 10 nervature longitudinali e sono densamente strigoso-sericei; lunghezza: 2,5 - 3 mm;
  • pappo: il pappo, persistente, è formato da 2 - 3 serie di 40 - 60 setole barbate disuguali.

Biologia

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[9][10]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

La specie di questa voce è distribuita negli U.S.A. sud-orientali.[3] L'habitat tipico sono le colline e dune, caratterizzate tipicamente da cerri e pini a foglia lunga fino a quote di 100 metri.[4]

Sistematica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[16], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[17] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[18]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][11][12]

Filogenesi

La tribù Astereae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) comprende circa 40 sottotribù. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi:[2]

  • Basal grade: include alcuni generi isolati, il gruppo "South American-Oceania", alcune sottotribù africane e il gruppo dei generi legnosi del Madagascar.
  • Bellis lineage: comprende le sottotribù eurasiatiche e una sottotribù africana.
  • Aster lineage: include i generi asiatici di Asterinae e i principali gruppi dell'Australia e dell'Oceania.
  • Baccharis lineage: include alcuni gruppi sudamericani.
  • North American lineage: include la vasta gamma di sottotribù del Nordamerica, Messico e alcuni gruppi distribuiti nel Sudamerica.

Il genere Chrysoma (insieme alla sottotribù Pentachaetinae) è incluso nel lignaggio "North American lineage". La sottotribù attualmente è divisa in 6 gruppi informali. Il genere di questa voce appartiene al "Solidago group".[2] Chrysoma pauciflosculosa è stato originariamente descritto all'interno del genere Solidago, ma si distinguenell'anatomia (F. E. Lloyd 1901; K. Phillips 1963; L. C. Anderson e J. B. Creech 1975) e in altre caratteristiche. Il crisoma si riconosce per il suo portamento arbustivo, foglie areolato-resinose, matrici corimbiformi di glomerato, teste cilindriche con pochi fiori, lunghi lobi della corolla a disco e appendici di rami a stile papillato.

I caratteri distintivi della specie Chrysoma pauciflosculosa sono:[12]

  • i fiori del raggio sono presenti;
  • il pappo è formato da setole (i pappi dei fiori del disco e quelli del raggio sono uguali);
  • la distribuzione di queste piante è USA orientale e Isole dei Caraibi.

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 18.[12]

Sinonimi

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[3]

  • Aplactis paniculata Raf.
  • Aster pauciflosculosus Kuntze
  • Chrysoma solidaginoides Nutt.
  • Solidago pauciflosculosa Michx.
  • Solidago semiflosculosa Walp.

Sinonimo per il genere

  • Aplactis Raf.

Note

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c Nesom 2020.
  3. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 28 aprile 2024.
  4. ^ a b c eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 28 aprile 2024.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 28 aprile 2024.
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 28 aprile 2024.
  7. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 28 aprile 2024.
  8. ^ a b Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
  10. ^ a b Judd 2007, pag.517.
  11. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 589.
  12. ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, p. 320 e 322.
  13. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  14. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 15 febbraio 2012.
  15. ^ Judd 2007, pag. 522.
  16. ^ Judd 2007, pag. 520.
  17. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  18. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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