La fondazione della chiesa di Sant'Oliva risale al 1533.[1][2] Inizialmente la chiesa era divisa in tre navate, in stile gotico-catalano.
Nel 1687 venne fondata nella chiesa la congregazione notturna dei Sette Dolori, costituita da artisti.[3]
Nel 1724 la chiesa venne ricostruita nelle forme attuali, a pianta longitudinale con un'unica navata, su disegno dell'architetto trapanese Giovanni Biagio Amico.[4][1]
Dopo la sua edificazione, tale chiesa diede il nome alla piazza in cui si affaccia (dal lato dell'ingresso principale), che venne chiamata piano Sant'Oliva.[2]
Nel XVII secolo la piazza venne allargata con la costruzione della ex chiesa di Santa Maria dello Stellario (ultimata nel 1625) e successivamente della chiesa del collegio dei gesuiti (1684). Probabilmente durante questo periodo la piazza viene ridenominata in "piazza Maggiore": tale nome rimase fino al 1875, quando venne cambiato nell'odierna denominazione piazza Ciullo.[2]
Nel 1927 venne fondata nella chiesa la congregazione di Santa Rita,[5] a cui seguì nel 1933 la congregazione di Maria Santissima Addolorata.[5] Nel 1949 inoltre l'Azione Cattolica ha iniziato la sua attività all'interno della chiesa.[6]
Nella notte fra il 7 e 8 agosto del 1987, un incendio divampò nella chiesa distruggendo il soffitto, che venne ricostruito dopo alcuni anni grazie all'attività della Sovrintendenza ai Beni culturali per la Sicilia.[1][7]
Nel 1990 sono stati svolti diversi restauri delle opere all'interno della chiesa, tra cui sculture, dipinti, i due organi lignei, cornici in stucco dorate e alcuni arredi in legno.[8]
Descrizione e opere
La chiesa è provvista di due portali: quello principale si affaccia sulla piazza Ciullo, mentre il portale laterale, al di sopra del quale è posizionata una statua di sant'Oliva, si affaccia su corso VI Aprile. Inizialmente era presente un portale principale risalente al 1572.[1] Dopo l'acquisizione di alcuni fondi in concomitanza con il Giubileo del 2000, entrambi i portoni della chiesa vennero sostituiti con altri due in bronzo dorato realizzati dall'architetto Vincenzo Settipani, che rappresentano Gesù che entra nel Cenacolo a porte chiuse (sull'ingresso principale) e L'ingresso di Gesù a Gerusalemme (sull'ingresso laterale).
Su un angolo della chiesa attiguo al corso VI Aprile si innalza la torre campanaria, sprovvista di cuspide.[1]
Portale principale
Portale laterale
Statua di Sant'Oliva (nicchia sul portale laterale)
Torre campanaria
La chiesa contiene al suo interno altari di marmi policromi opera di Mariano e Simone Pennino.[1] Le pareti sono ornate da stucchi creati da Gabriele Messina nel 1756 e da Francesco e Giuseppe Russo nel 1771.[1]
Sull'altare maggiore è collocata una tela intitolata Le anime del Purgatorio liberate per il sacrificio della messa, dipinta nel 1639 da Pietro Novelli[1] su commissione dei congregati del Purgatorio.[9]
All'interno della chiesa sono inoltre collocate le seguenti sculture:
la statua di sant'Eligio in marmo bianco di Carrara, scolpita da Filippo Pennino nel 1776 su commissione dei confrati di Sant'Eligio;[9] prima del 1577 l'altare di Sant'Eligio apparteneva alla Maestranza dei fabbri ferrai;[3]
Crocifisso in legno, realizzato da Giovan Pietro D'Angelo di Erice: dal 1954 vi si trova anche la statua lignea dell'Addolorata di Lorenzo Curti;
Madonna del Rifugio, statua in marmo probabile opera di Filippo Pennino;
la statua in marmo dedicata a sant'Oliva, opera di Antonello Gagini del 1511,[1][11] commissionata dai confrati di Sant'Oliva;[9][12]
la statua di san Giuseppe con il Bambino Gesù, collocata nell'altare appartenente alla Maestranza dei falegnami (o "fabri lignarii") e alla Maestranza dei bottai;[3] la creazione di tale statua è attribuita a Girolamo Bagnasco a metà dell'Ottocento;[13]
^Pagine 257 e 258, Gioacchino di Marzo (Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo), "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI; memorie storiche e documenti." [2], Volumi I e II, Stamperia del Giornale di Sicilia, Palermo.