Chiesa di Sant'Antonio Abate (Ponti sul Mincio)
La chiesa di Sant'Antonio Abate è la parrocchiale di Ponti sul Mincio, in provincia e diocesi di Mantova[1][2]; fa parte del vicariato foraneo San Luigi. StoriaLa primitiva chiesa pontirola, attestata per la prima volta in una bolla papale di Eugenio III del 1145, la Piae postulatio voluntatis[3], sorgeva sulla collina che sovrasta il centro abitato ed era dotata del camposanto e del fonte battesimale[1]. Dalle relazioni delle visite pastorali effettuate nel XVI secolo dal vescovo di Verona Gian Matteo Giberti si apprende che la parrocchialità era stata trasferita prima da quest'antica chiesa, dedicata a santa Maria, a quella di San Leonzio e poi a quella di San Giacomo[4]. Alla fine del Cinquecento il vescovo Agostino Valier, rilevando l'insufficienza della chiesa di San Giacomo a soddisfare le esigenze dei fedeli, ordinò che l'oratorio di Sant'Antonio Abate venisse riedificato ed adattato al ruolo di nuova parrocchiale; i lavori iniziarono nel 1583 e si conclusero entro la fine del secolo[1]. Tra il 1694 e il 1697, grazie all'interessamento dell'allora parroco don Gerolamo Danesi, si procedette all'ampliamento della chiesa mediante la sopraelevazione del tetto e il prolungamento della navata in direzione della piazzetta antistante[1]. Nel 1844 risultava che la parrocchiale di Sant'Antonio Abate aveva come filiale quattro oratori, ovvero due privati e quelli, pubblici, di San Nicolò e della Beata Vergine dei Sette Dolori, ubicato presso il cimitero[4]. Nella seconda metà del XIX secolo l'edificio venne interessato da ulteriori rimaneggiamenti, in occasione dei quali si provvide ad ampliare l'aula e a ricostruire il presbiterio[1]. La facciata della chiesa fu restaurata nel 1919, mentre tra il 1963 e il 1965, in occasione di una generale risistemazione del luogo di culto, venne rimodellata in stile neoclassico[1]. Nel 1970 si procedette all'adeguamento liturgico in ossequio alle norme postconciliari mediante l'aggiunta dell'altare rivolto verso l'assemblea e dell'ambone[1]; nel 1977 la parrocchia passò dalla diocesi di Verona a quella di Mantova, in modo da far coincidere il confine tra le due circoscrizioni ecclesiastiche a quello regionale e provinciale[4]. DescrizioneEsternoLa facciata a capanna della chiesa, rivolta a nordovest, presenta centralmente il portale d'ingresso architravato, una specchiatura e una finestra a lunetta murata e ai lati due nicchie ospitanti altrettante statue; il prospetto è scandito da quattro lesene tuscaniche sorreggenti una doppia cornice modanata e il timpano, lasciato incompleto senza cornici[1]. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a tutto sesto ed è coperta dal tetto a quattro falde[1]. InternoL'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le due cappelle laterali, introdotte da archi a tutto sesto, e le cui pareti sono scandite da paraste sorreggenti la trabeazione modanata e aggettante sopra la quale si imposta la volta a botte; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e chiuso dall'abside semicircolare[1]. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali la statua lignea con soggetto la Madonna con Bambino intagliata nel XVIII secolo[5], la pala raffigurante i Santi Sebastiano Francesco con le anime purganti, eseguita dai fratelli fiamminghi Meves[5], e la tela ritraente le tentazioni di Sant'Antonio[5]. Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
|