Chiesa della Natività di Maria Santissima (Mesola)
La chiesa della Natività di Maria Santissima è la parrocchiale di Mesola, in provincia di Ferrara. Appartiene al vicariato di Sant'Apollinare dell'arcidiocesi di Ferrara-Comacchio e risale al XVIII secolo. StoriaLe origini di Mesola risalgono alla fine del Medioevo e il primo luogo di culto cattolico vi venne edificato nel XVI secolo. Era parte della tenuta degli Este, e fu costruito tra il 1578 e il 1583[1]. La visita pastorale del 1º marzo 1674 del vescovo Arnaldo Speroni degli Alvarotti descrisse questa prima cappella con dedicazione alla Madonna della Neve e come sussidiaria della chiesa di Santa Maria della Neve, la pieve di Ariano[2][3]. Nella seconda metà del XVIII secolo Maria Teresa d'Austria, vista l'ormai inadeguatezza della piccola cappella, fece edificare una nuova chiesa e il progetto venne affidato all'architetto francese Joannon de Saint Laurent. La prima pietra del nuovo edificio venne posta nel 1783 e i lavori si conclusero nel 1785[1][3]. Intorno al 1794 venne eretto il campanile[2] e nel 1797 la chiesa fu citata per la prima volta con il titolo di parrocchiale[3]. Nel 1819, per la giurisdizione ecclesiastica, il territorio dalla diocesi di Adria passò all'arcidiocesi di Ferrara, che nel 1857 entrò nell'arcidiocesi di Ferrara-Comacchio[2][3]. L'edificio venne ristrutturato nel 1968 e il 4 luglio 1986 alla parrocchia di Mesola fu aggregata quella di Santa Giustina, che era stata costituita una trentina di anni prima[2]. La facciata dell'edificio venne restaurata nel 2007[1]. DescrizioneLa facciata della chiesa è divisa in due ordini, ognuno dei quali è scandito da lesene in mattoni con zoccolatura alta; nel registro superiore le lesene sono terminanti con il capitello ionico in marmo bianco, la parte centrale ha un finestrone rettangolare ed è terminante con il timpano triangolare[1]. La facciata termina con vasi in pietra con fiamma laterali e centrale con la croce ferrea. L'interno dell'edificio è a un'unica navata con cappelle laterali; l'aula termina con il presbiterio, chiuso dell'abside semicircolare[1]. Opere di pregio conservate nella chiesa sono un reliquiario di bottega veneta in stile gotico, la statuetta di scuola bolognese in terracotta raffigurante l'Ecce Homo e argenteria donata alla parrocchia da papa Pio VI, opera orafa di Gio Validier[3]. NoteBibliografia
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