Chiesa del Santissimo Salvatore (Collepardo)
La chiesa del Santissimo Salvatore è la parrocchiale di Collepardo, in provincia di Frosinone e diocesi di Anagni-Alatri[1][2]; fa parte della forania di Alatri. StoriaL'esistenza di una chiesa a Collepardo è attestata già tra i secoli X e XI e poi ancora in un documento del 1252[3] e in uno del 1395, nel quale si legge dell'ecclesia S. Salvatoris[1]. Nel XV secolo l'edificio fu ricostruito grazie all'interessamento di papa Martino V, il quale fornì dei materiali provenienti dalla basilica di San Giovanni in Laterano[3]. A partire dal 1598, dopo la demolizione della precedente chiesa, iniziarono i lavori di edificazione della nuova parrocchiale, ai quali presero parte pure il mastro Lelio, scalpellino di Rezia, e di capomastro Bernardino Iannino; la consacrazione venne impartita il 9 novembre 1619 dal vescovo di Alatri Luca Antonio Gigli[1]. Nella prima metà del XIX secolo si procedette al rimaneggiamento della facciata e al principio del Novecento fu cambiata la destinazione d'uso della cappella di San Michele; nel 1961, invece, nella cappella della Conversione di San Paolo venne collocato il fonte battesimale[1]. DescrizioneEsternoLa facciata della chiesa, rivolta a ponente, è caratterizzata da due lesene, sorreggenti il timpano di forma triangolare, e presenta al centro il portale d'ingresso, incorniciato da un grande arco a tutto sesto, e sopra due finestre e un oculo; ai lati si sviluppano due ali secondarie, di lunghezza differente, con copertura piana. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora ed è coronata dal tamburo, sorreggente il tetto. InternoL'interno dell'edificio è suddiviso da pilastri sorreggenti archi a tutto sesto in tre navate, coperte da volte a botte; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e voltato a crociera[1]. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali alcuni lacerti d'affresco raffiguranti i Santi Carlo Borromeo Caterina da Siena e Filomena e l'Incoronazione della Vergine, risalenti ai secoli XVI e XVII[1][3], la tela con soggetto San Sebastiano, realizzata nel Cinquecento[3], la pala raffigurante la Madonna del Giglio assieme ai Santi Antonio Abate e Antonio di Padova e il quadro del Salvatore[3]. NoteVoci correlate
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