Chiamata efficaceLa chiamata efficace è una dottrina soteriologica della teologia cristiana (nell'ambito dell'applicazione della redenzione), particolarmente associata al Calvinismo. Essa insegna che quando l'annuncio dell'Evangelo raggiunge gli eletti essi vi rispondono positivamente e volentieri perché lo Spirito Santo opera su di essi portandoli efficacemente al ravvedimento ed alla fede in Gesù Cristo. La chiamata dell'Evangelo va così a buon fine ed è quindi efficace. Esposizione della dottrinaPer comprendere il significato di chiamata efficace bisogna intendere che cosa sia l'appello generalizzato dell'Evangelo. Esso può essere definito come "Quell'atto della grazia di Dio per il quale Egli invita i peccatori ad accogliere la salvezza che viene loro offerta in Gesù Cristo". Essa ha un duplice carattere, sia esteriore che interiore. Un appello "esteriore". Esso consiste nella presentazione ed offerta della salvezza in Cristo ai peccatori, insieme con un'accorata esortazione ad accogliere Cristo per fede, al fine di ottenere il perdono dei peccati e la vita eterna. Esso contiene, quindi, tre elementi:
La promessa è sempre condizionale: il suo adempimento può essere atteso solo in presenza di fede e ravvedimento autentici. L'appello esteriore è universale nel senso che esso giunge ad ogni essere umano al quale l'Evangelo è predicato. Non è limitato ad età, nazione, o classe, e giunge sia ai reprobi che agli eletti. Questo appello, naturalmente, dato che proviene da Dio, viene pronunciato in totale buona fede. Esso chiama onestamente tutti i peccatori alla fede, desiderando che accettino l'invito, ed in ogni sincerità promette vita eterna a coloro che si ravvedono e credono. Nell'appello esteriore Iddio afferma i Suoi diritti sul peccatore. Se una persona non accoglie l'appello, essa fa un affronto a Dio stesso ed aumenta solo la propria colpevolezza. Esso è pure il mezzo stabilito per cui Dio raccoglie gli eletti da tutte le nazioni e deve essere considerato come una benedizione per i peccatori, sebbene essi la possano trasformare in maledizione. Infine, essa pure serve per giustificare Dio nella condanna dei peccatori. Se essi ignorano o disprezzano l'offerta di salvezza, la loro colpa viene ancor più evidenziata, si rendono inescusabili. Un appello interiore. Sebbene il Calvinismo distingua due aspetti dell'appello di Dio, esso non è che uno solo. L'appello interiore è, in realtà, l'appello esteriore reso efficace dall'opera dello Spirito Santo. Esso sempre giunge al peccatore attraverso l'annuncio della Parola di Dio, applicata in modo salvifico dallo Spirito Santo. A differenza dall'appello esteriore, è solo una chiamata potenziata ad essere efficace ai fini della salvezza. Inoltre si tratta di un appello "senza pentimento", una cioè non soggetto a cambiamento, non verrà mai ritirato. La persona chiamata sarà salvata in modo certo e sicuro. Lo Spirito opera attraverso la predicazione della Parola di Dio, rendendo efficace la Sua opera di persuasione, cosicché chi ascolta, ascolti la voce del suo Dio. Esso si rivolge all'intelletto illuminato dallo Spirito Santo, che lo rende consapevole d'esso. L'appello, poi, è sempre finalizzato. È un appello alla comunione con Gesù Cristo, per ereditarne benedizione, libertà, pace, santità, un'unica speranza, vita eterna ed il regno e gloria di Dio. Alcuni testi biblici di appoggio
La chiamata nel Nuovo TestamentoNel Nuovo Testamento questo concetto è espresso da: καλέω [kaleo], κλῆσις [klēsis] e κλητός [klētos]. Il verbo greco καλέω [kaleo] è usato in diversi modi:
Il termine κλῆσις [klēsis] ricorre 11 volte nel Nuovo Testamento ed in ciascun caso indica la chiamata efficace dello Spirito Santo, con l'eccezione di 1 Corinzi 7:20 dov'è usata come sinonimo di professione, condizione o statuto sociale. Il termine κλητός [klētos] ricorre 10 volte nel Nuovo Testamento. È usato per significare:
Il termine stesso ἐκκλησία [ekklēsia] (chiesa), che designa la comunità dei fedeli, gli eredi della Promessa, significa, etimologicamente coloro che sono chiamati, il corpo costituito dalla "chiamata". Affermazioni formaliLa Confessione di fede di Westminster tratta della chiamata efficace al capitolo 11, ed afferma:
Obiezioni alla dottrinaLe obiezioni a questa dottrina sorgono da chi parte dal presupposto pelagiano ed umanista che l'essere umano abbia in sé stesso la capacità e la libertà di rispondere o meno alla chiamata dell'Evangelo, oppure che (Semipelagianesimo), la grazia di Dio, intervenendo per riparare ai danni del peccato ed alla debolezza umana, "aiuti" l'individuo a decidere. La Cattolici-romani e arminiani sostengono che ogni creatura umana riceverebbe grazia sufficiente per metterla in grado, se vuole, di ubbidire all'Evangelo. Questa grazia diventerebbe efficace quando riceve la cooperazione della volontà dell'individuo, ed in ogni caso è provata essere tale solo da questo avvenimento. Bellarmino ed altri sostengono che la stessa grazia conferita a tutti è congrua con la natura morale di un uomo, ed in quel caso efficace, ed incongrua alla natura di un altro, ed in quel caso inefficace. Alcuni credono in ciò che chiamano "influenza cumulativa". Il consenso dell'anima sarebbe assicurato dall'influenza persuasiva dello spirito, resa efficace tramite ripetizione costante e lunga frequentazione. Termini correlati |