Chacraraju

Chacraraju
StatoPerù (bandiera) Perù
Altezza6 112 m s.l.m.
CatenaCordillera Blanca, Ande
Coordinate8°59′37.72″S 77°36′52.06″W
Altri nomi e significatiShapraraju, Huaripampa (Chacraraju Este)
Data prima ascensione31 luglio 1956
Autore/i prima ascensioneM. Davaille, C. Gaupin, R. Jenny, M. Martin, R. Sennelier, P. Sauriac, L. Terray.
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Perù
Chacraraju
Chacraraju

Con il nome Chacraraju o con quello più corretto di Shapraraju si indica una montagna della Cordillera Blanca, nel dipartimento di Ancash, in Perù.

Aspetto fisico

Il Chacraraju fa parte di un massiccio montuoso chiamato Macizo del Huandoy, situato nella parte centro-settentrionale della Cordillera Blanca. Esistono due distinte vette: il Chacraraju Oeste (6.112 m), la vetta più alta, e il Chacraraju Este (6.001 m), chiamato anche Huaripampa dal suo lato orientale, che si presenta come una spettacolare guglia affilata.[1]

Origine del nome

Il nome Chacraraju è un'errata trascrizione fonetica dal quechua Shapraraju, parola composta dai vocaboli shapra (barba) e raju (montagna innevata). Il significato del suo nome è quindi “montagna barbuta”.[2]

Alpinismo

Il Chacraraju Oeste è entrato a pieno titolo tra i miti dell'alpinismo. È stato salito la prima volta il 31 luglio 1956 da una forte e nutrita cordata francese guidata da Lionel Terray.[3] Dopo quella data la montagna è stata un vero e proprio banco di prova per pochi alpinisti che hanno aperto su di essa vie di estrema difficoltà.[4] La prima ascensione al Chacraraju Este è avvenuta il 5 agosto 1962, sempre ad opera di Terray, in cordata con Louis Dubost, Paul Gendre, Guido Magnone e Jacques Soubis.[5]

Note

  1. ^ Tomé, pag. 105.
  2. ^ Topónimos del Quechua Yungay. Archiviato il 13 febbraio 2009 in Internet Archive. URL consultato il 09-12-2009
  3. ^ Oltre a Terray ne facevano parte M. Davaille, C. Gaupin, R. Jenny, M. Martin, R. Sennelier, P. Sauriac. American Alpine Journal – 1957 (pdf)[collegamento interrotto] URL consultato il 09-12-2009
  4. ^ Biggar, pag. 68.
  5. ^ American Alpine Journal – 1963 (pdf)[collegamento interrotto] URL consultato il 09-12-2009

Bibliografia

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