Centochiodi
Centochiodi è un film del 2007, scritto e diretto da Ermanno Olmi. Uscito nelle sale italiane il 30 marzo 2007, è stato poi presentato fuori concorso al 60º Festival di Cannes nel maggio 2007.[1] TramaUn giovane professore di filosofia della religione che insegna all'università di Bologna, con un clamoroso gesto simbolico di ribellione – "crocifigge" letteralmente cento preziosi incunaboli della biblioteca universitaria – abbandona la propria vita di intellettuale affermato, scompare senza lasciare alcuna traccia e, mentre le forze dell'ordine lo cercano per quel vandalismo sacrilego, sceglie di stabilirsi in una casa in rovina lungo le rive del fiume Po, dove «impara a vivere con lentezza, a entrare in sintonia con la natura»[2] e viene accolto con semplicità dagli abitanti del luogo, che lo chiamano, scherzosamente ma non troppo, Gesù, per il suo aspetto e la sua scelta di vita. Entrato a far parte della comunità, partecipa alle feste di paese, viene aiutato a ricostruire il rudere che ha scelto come casa, il suo silenzioso carisma conquista tutti, ma fa amicizia in modo particolare con un giovane postino ed una ragazza che lavora in panetteria e che si innamora di lui. Viene infine trovato dai Carabinieri quando cerca di utilizzare la propria carta di credito per aiutare i suoi nuovi amici, pesantemente multati per le costruzioni abusive a ridosso degli argini, nelle quali trascorrono le loro giornate. Ammette la responsabilità del proprio gesto ed ottiene gli arresti domiciliari, ma non ritorna più nella sua casa sul fiume, dove è atteso invano. Le ripreseIl film è stato girato nella primavera-estate 2005 fra Bologna e la provincia di Mantova (San Benedetto Po, Bagnolo San Vito). Ermanno Olmi torna a girare "lungo il fiume" (titolo di un suo documentario per la Rai del 1992): «Ho cominciato a frequentare e conoscere i fiumi quando facevo il documentarista per la società elettrica Edison (...) Il fiume assomiglia molto allo sviluppo della creazione della vita. È un processo di trasformazione continua. (...) un cammino lento, continuo, inesorabile (...) Il Po è il fiume per eccellenza. Tutti gli sputano addosso, gli pisciano sopra, gli fanno ogni genere di cose. Ma lui continua il suo corso, tranquillo, portando tutto con sé fino al mare».[2] Il castErmanno Olmi non conosceva neppure Raz Degan, quando l'ha scelto per essere il protagonista di questo suo ultimo film narrativo: «Facevo il casting. Ad un certo punto vedo il primissimo piano di un volto che ha catturato subito la mia attenzione. Uno sguardo che partiva dal profondo. (...) In quella espressione ho colto la prima condizione esistenziale che ricerco: la consapevolezza. (...) Abbiamo parlato, ci siamo capiti, abbiamo comunicato, messo in comune i nostri pensieri».[3]. Perfetto per il suo aspetto da "nazareno", Degan è stato però doppiato da Adriano Giannini. Nel cast 3 giovani esordienti: Luna Bendandi nel ruolo della panettiera, Andrea Lanfredi nel ruolo del postino e Amina Syed nel ruolo della studentessa. Buona parte del cast è costituita da attori non professionisti. Le parole del protagonista
Accoglienza del pubblicoGirato nel 2005, avrebbe dovuto essere pronto per il Natale di quell'anno, ma l'uscita è stata via via rimandata, è saltata la partecipazione alla Mostra di Venezia 2006 ed è infine uscito solo all'inizio del 2007, quasi due anni dopo. Con 2,346 milioni di euro è stato il 69º incasso della stagione cinematografica italiana 2006/07 (il quattordicesimo italiano)[4]. Ha incassato circa il doppio rispetto al precedente Cantando dietro i paraventi, ma circa un milione in meno rispetto a Il mestiere delle armi. Accoglienza della criticaI giudizi sul film sono stati influenzati da due fattori esterni rispetto alle considerazioni puramente estetiche: da un lato, il sempre acceso dibattito politico e culturale su religione e laicismo nella società contemporanea, dall'altro il fatto che Olmi si sia detto intenzionato ad abbandonare con quest'opera il cinema di finzione per ritornare ai documentari, con cui aveva iniziato la propria carriera,[5] hanno dato al film la connotazione di "film-testamento", a cui tributare quindi una particolare attenzione, estesa ad una considerazione generale sull'intera opera dell'autore. Sono stati espressi giudizi opposti, anche sugli stessi giornali, riguardo l'aderenza o meno al Cristianesimo dello spirito del film:
Una selezione di critiche:
RiconoscimentiAi David di Donatello 2007 ha ottenuto ben otto candidature, come miglior film, miglior regia, sceneggiatura, produttore, fotografia, scenografia, musica, canzone, ma ha conquistato solo il Premio Film Commission Torino Piemonte, attribuito dalla critica. Ai Nastri d'argento 2007 ha ottenuto tre candidature, per miglior soggetto, fotografia e montaggio. Note
Collegamenti esterni
|