Cattedrale di Santa Maria Assunta (Pesaro)
La chiesa di Santa Maria Assunta è il duomo di Pesaro, e cattedrale dell'arcidiocesi omonima. Ha la denominazione onorifica di basilica minore.[1] StoriaL'attuale edificio ha origini molto antiche. La presenza di due pavimenti decorati a mosaico, sovrapposti l'uno all'altro, attestano l'esistenza di due chiese paleocristiane: la prima risalente al IV secolo, la seconda alla seconda metà del VI secolo, dopo che la prima venne distrutta durante le guerre gotiche del 535-553. La chiesa divenne cattedrale, cioè sede vescovile, nel VII secolo, quando vi furono trasferite le reliquie del patrono pesarese, san Terenzio di Pesaro, a cui fu inizialmente dedicata la cattedrale. La chiesa fu arricchita di doni dai Malatesta e dagli Sforza: vi si venera anche la Beata Serafina Sforza (nata Sveva da Montefeltro, seconda moglie del Signore di Pesaro Alessandro Sforza), il cui corpo incorrotto fu qui sepolto.[senza fonte] Fu in seguito rifatta completamente in stile barocco, con la conseguente distruzione dell'abside, del campanile, del battistero e dell'atrio porticato, e consacrata a Maria Assunta nel 1663. Infine tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX l'interno dell'edificio fu riformulato in stile neoclassico da Giovanni Battista Carducci e Luigi Galli, assumendo la fisionomia attuale. Durante l'occupazione francese, diverse furono le opere portate in Francia a causa le spoliazioni napoleoniche in questo periodo. Delle 7 opere menzionate nel catalogo pubblicato nel Bulletin de la Société de l'art français del 1936[2] come inviate da Pesaro in Francia nel 1796, solo 3 fecero ritorno, le altre rimasero in Francia, tra cui L'annunciazione del Caravaggio che era stata dedicata per la Cattedrale di Pesaro ma che ora si trova al museo di Nancy.[2] DescrizioneLa facciata risale al 1282-1312, è in mattoni di cotto a vista, e conserva le caratteristiche tipiche dello stile romanico. L'interno, a pianta a croce latina con tre navate suddivise da pilastri, è in stile neoclassico. Nella navata di destra si possono ammirare la cappella di san Terenzio, dove sono conservate le reliquie del santo e di altri santi patroni cittadini; ed un affresco trecentesco della Madonna del popolo. Nella navata di sinistra invece è la cappella del Santissimo Sacramento. Le due cappelle risalgono ai rifacimenti del XIX-XX secolo. Sopra la porta d'ingresso è una tela di Marco Benefial (XVIII secolo) raffigurante Maria Assunta tra santi, mentre nel transetto di sinistra è un'altra tela, opera di Giovanni Giacomo Pandolfi (XVII secolo), raffigurante la Crocifissione con Santi. Artisticamente ricca è la zona del presbiterio. Qui troviamo:
L'organo a canne è il Mascioni opus 914; venne costruito nel 1970 e dispone di 45 registri su tre manuali e pedale, con trasmissione elettrica.[3] Infine, di notevole spessore storico-artistico sono i mosaici scoperti nella seconda metà dell'Ottocento sotto il pavimento della chiesa. Furono individuate due serie di mosaici sovrapposte fra loro, risalenti alle due primitive basiliche. Oggi è visibile solo il pavimento musivo del secondo livello, risalente a vari interventi eseguiti tra il VI ed il XIII secolo. Note
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