Castello di Quart

Castello di Quart
Ubicazione
Stato Contea di Savoia
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
RegioneValle d'Aosta
CittàQuart
IndirizzoSentiero beato Emerico
Coordinate45°45′05.42″N 7°23′48.26″E
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Castello di Quart
Informazioni generali
TipoCastello romanico
CostruzioneXII secolo-XVI secolo
CostruttoreJacques de la Porte de Saint-Ours
MaterialePietra
Condizione attualediscreta, in restauro
Proprietario attualeRegione Valle d'Aosta
VisitabileNo
Sito webwww.regione.vda.it
voci di architetture militari presenti su Wikipedia
Il castello dall'alto, visto dal sentiero per la cappella del beato Emerico.

Il castello di Quart è uno dei castelli della Valle d'Aosta, attualmente in restauro, posto nel comune di Quart, in Valle d'Aosta.

Descrizione

Il castello di Quart compare anche nello stemma e nel gonfalone cittadino.

Sotto il castello si trova il villaggio di Vollein, adagiato su una collina ove nel 1968 sono stati ritrovati i resti di una necropoli del neolitico tra le più antiche testimonianze di insediamenti umani in Valle d'Aosta. Anche salendo lungo il sentiero che parte dal castello si possono incontrare alcune coppelle preistoriche: la passeggiata panoramica è corredata da pannelli didattici su flora, fauna, geologia e ritrovamenti preistorici e porta all'eremo del Beato Emerico, con prato attrezzato per i pic nic.

Storia

Il castello di Quart sorge su un promontorio scosceso da due lati, posto all'imbocco della Valsainte. La sua parte più antica venne eretta nel 1185 da Jacques de la Porte de Saint-Ours, capostipite della dinastia dei signori di Quart.

Il castello, successivamente, subì delle importanti modifiche quando ricadde sotto la signoria dei Savoia dopo che l'ultimo erede della famiglia dei signori di Quart, Henri, era morto nel 1378. I Savoia mantennero il controllo del castello sino al 1550 quando il duca Carlo II decise di concedere il feudo di Quart al presidente Laschis che l'anno successivo lo vendette a Charles-François Balbis.

Nel 1610 il castello venne nuovamente venduto, questa volta al conte Nicola Coardo il quale dopo due anni lo cedette alla famiglia dei Perrone di San Martino la quale mantenne la proprietà del castello sino all'anno 1800 quando lo stabile venne venduto al comune di Quart.

Il comune, nel 1874, vendette il castello ad una famiglia privata che vi instaurò un'azienda agricola che fece perdere allo stabile molto del suo carattere originario. Nel 1991 quest'ultima lo rivendette alla regione Valle d'Aosta che ne è l'attuale proprietaria. Però, la famiglia lo gestì fino all'anno dell'inizio dei lavori (2010)[senza fonte].

Gli importanti lavori di restauro, iniziati negli anni duemiladieci sono ancora in corso per riportare il castello al suo antico splendore. Al termine delle operazioni, inizialmente previste per il 2013[1], esso ospiterà il Museo Etnografico Valdostano. Nel 2003, in occasione dell'apertura al pubblico, all'interno del castello Sarriod de la Tour, è stata allestita una mostra denominata "Fragmenta picta", in cui erano esposti alcuni antichi frammenti di pitture ritrovati durante i lavori di scavo nel castello di Quart. Nel 2016 un cantiere evento (Châteaux Ouverts) ha permesso di visitare il castello in restauro.

Note

  1. ^ Stefano Luppi, Il castello di Quart riaprirà nel 2013, ilgiornaledellarte.com, 10 maggio 2011

Bibliografia

  • Nathalie Dufour, Pietro Fioravanti, Laura Pizzi, Il restauro della cappella del castello di Quart, a cura della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione Autonoma Valle d'Aosta, 2008.
  • C. Merkel, Il castello di Quart nella Valle d'Aosta secondo un inventario inedito del 1557. Contributo alla storia del mobilio, Roma, 1895.
  • Mauro Minola, Beppe Ronco, Valle d'Aosta. Castelli e fortificazioni, Varese, Macchione ed., 2002, pp. 36, ISBN 88-8340-116-6.
  • André Zanotto, Castelli valdostani, Quart (AO), Musumeci, 2002 [1980], ISBN 88-7032-049-9.
  • Carlo Nigra, Torri e castelli e case forti del Piemonte dal 1000 al secolo XVI, vol. II. La Valle d'Aosta, Quart (AO), Musumeci, 1974, pp. 76-78.

Altri progetti

Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN255376020
  Portale Valle d'Aosta: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Valle d'Aosta