Cassandra FedeleCassandra Fedele o Fedeli (Venezia, 1465 – Venezia, 1558) è stata un'umanista italiana. Scrisse, in latino e in volgare, saggi e orazioni e lettere, e corrispose con umanisti e corti. BiografiaFiglia di Angelo e di Barbara Leoni, proveniva da un'importante famiglia milanese alleata dei Visconti che qualche secolo prima, nel corso delle lotte contro i Torriani, era stata esiliata disperdendosi per tutto il Norditalia. Studiò la lingua greca e approfondì filosofia e dialettica con Gasparino Borro[1], monaco, letterato e cultore di retorica. I contemporanei le attribuirono grande intelligenza e rara bellezza: Giovanni Bellini si ispirò a lei per un ritratto di donna[2] e Angelo Poliziano la conobbe nel 1491, descrivendola in una lettera[senza fonte] a Lorenzo il Magnifico: "È cosa, Lorenzo, mirabile, né meno in vulgare che in latino: discretissima et etiam bella"; [senza fonte] Poliziano inoltre scrive, in una lettera indirizzata alla stessa Cassandra, che fra le donne "l'unica a venir fuori sei tu, fanciulla, che maneggi il libro al posto della lana, la penna al posto del belletto, la scrittura al posto del ricamo e che non ricopri la pelle con il bianchetto ma il papiro con l'inchiostro".[3] Fu attiva nei circoli umanisti di Padova intervenendo in pubblici dibattiti su temi di filosofia e teologia con studenti e professori di quella università. Fu in contatto epistolare con alcune importante personalità italiane e straniere, fra cui la duchessa Beatrice d'Este, che si congratulò con lei per aver "grandemente nobilitato il sesso femminile del nostro tempo grazie alla conoscenza delle lettere".[4] Sebbene Cassandra vivesse a Venezia, Ludovico il Moro e la moglie Beatrice d'Este si dichiaravano infatti suoi protettori.[5] Intrattenne una corrispondenza anche con i reali di Aragona, che la invitarono a recarsi in Spagna per tenervi una cattedra, ma la guerra le impedì di affrontare il viaggio. Nel 1490 si sposò con il medico Gian Maria Mappelli e con lui si trasferì a Creta, dove il marito compiva esperimenti di medicina per conto della Repubblica. Al ritorno perse tutti i suoi averi in naufragio e a Venezia perse in poco tempo padre e marito, trovandosi malata e in povertà. Ottenne da papa Paolo III di dirigere come priora un orfanotrofio presso la chiesa di San Domenico. Pronunciò, a nome della Serenissima, l'orazione di benvenuto per accogliere Bona Sforza, vedova del re di Polonia Sigismondo I. Morì ancora priora dell'orfanotrofio nel 1558, ad oltre novant'anni e per il suo funerale si organizzò una solenne processione fino alla chiesa di San Domenico, dove la salma fu deposta nel sarcofago con il capo incoronato di alloro e in mano alcuni dei suoi libri. Scrisse un De ordine scientiarum, opera andata perduta. OmaggiA Cassandra Fedele verrà dedicata la nuova residenza universitaria dell'Esu (Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) di via Fratelli Bandiera a Marghera, i cui lavori cominceranno nel 2020 per concludersi entro l’anno accademico 2021/2022.[6] Note
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