Carlo Negri
Carlo Negri (Genova, 26 settembre 1919 – Coriza, 23 settembre 1943) è stato un militare e aviatore italiano. Sottotenente pilota di complemento della specialità caccia, partecipò alla seconda guerra mondiale. Per il suo comportamento nell'ultima missione fu decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3] BiografiaNacque a Genova il 26 settembre 1919,[3] figlio di Rinaldo e Margherita Pirelli. Studente di Ingegneria industriale presso l'Università degli Studi di Milano prima della guerra, fu chiamato a prestare servizio di leva nel 1939 venendo ammesso, con ritardo, al quarto anno di studi, che abbandonò per arruolarsi nella Regia Aeronautica il 22 luglio 1941. Presentatosi al Centro Istruzione Reclute che si trovava sull'aeroporto di Orvieto fu nominato quello stesso giorno Primo Allievo Ufficiale Pilota perché già in possesso del brevetto di volo civile. Il 20 dicembre 1941 venne trasferito presso la Scuola di pilotaggio di Pistoia, dove conseguì il brevetto di pilota militare il 15 ottobre 1942 volando su velivolo IMAM Ro.41 Maggiolino. Il 7 novembre fu mandato presso la Scuola di secondo periodo di Castiglion del Lago dove ottenne la promozione a sergente pilota, e il 2 gennaio 1943 fu trasferito presso la Scuola di pilotaggio di Gorizia. Nel marzo 1943 ottenne la promozione al grado di sottotenente di complemento[3] e l'abilitazione al combattimento ottenuta su caccia Fiat C.R.42 Falco Terminato l'addestramento al volo presso il 1º Nucleo Addestramento Caccia di Udine, fu assegnato alla 97ª Squadriglia, 9º Gruppo,[4] 4º Stormo Caccia Terrestre[3] l'8 agosto dello stesso anno.[5] Era da poco in forza al reparto, ma aveva già compiuto 15 missioni belliche, quando, l'8 settembre 1943, fu reso noto l'armistizio, che poneva termine alle ostilità fra l'Italia e gli Alleati, ma di fatto le apriva con gli ex-alleati tedeschi.[4] A quella data il 4º Stormo, si trovava al Sud,[4] dove la famiglia reale aveva trovato rifugio, schierato sull'aeroporto di Gioia del Colle,[6] ma già il giorno successivo il reparto si posizionò su quello di Galatina.[4] Dopo breve tempo la Regia Aeronautica, ora al fianco[4] degli Alleati con la denominazione di Italian Co-Belligerent Air Force, era già impegnata in missioni di attacco e rifornimento per alleggerire la pressione sulle unità del Regio Esercito intrappolate nei Balcani e aggregate ai locali movimenti di Resistenza.[7] In una di queste occasioni, il 21 settembre 1943, egli si offrì volontario per lanciare un cilindro con un messaggio destinato a un reparto italiano accerchiato a Coriza, in Albania. Colpito dalla contraerea il suo Aermacchi C.205 Veltro[8] fu costretto a compiere un atterraggio d'emergenza, e dopo aver consegnato il messaggio a un soldato italiano, cercò di allontanarsi dalla zona. Immediatamente catturato dai soldati tedeschi fu sottoposto a processo sommario, e fucilato il giorno 23.[5] Non poté godere della protezione accordata dalle convenzioni internazionali poiché non vi era ancora stata nessuna formale dichiarazione di guerra fra Italia e Germania[N 1] Per questa azione il fu insignito dapprima di una Medaglia di bronzo al valor militare successivamente commutata in Medaglia d'oro alla memoria.[3] A poco più di sessant'anni dalla morte[N 2] gli è stato intitolato il 61º Stormo dell'Aeronautica Militare basato sull'aeroporto di Lecce-Galatina, lo stesso da cui Negri partì per la sua ultima missione. Alla cerimonia di intitolazione ha preso parte anche il nipote, l'omonimo dirigente d'azienda Carlo Puri Negri, detentore di importanti incarichi all'interno della Pirelli. Il giovane ufficiale, infatti, era imparentato con la nota dinastia industriale per parte della madre Margherita.[9] In suo onore, ogni anno, viene organizzata dalla famiglia Pirelli la coppa velica "Carlo Negri". Onorificenze«Ufficiale pilota di eccezionale virtù, combattente entusiasta e di provato valore nell’adempimento volontario di una missione di eccezionale importanza di lancio messaggio contenente disposizioni per un tentativo di salvezza di truppe italiane accerchiate dal tedesco nel campo di Koritza, veniva colpito nel velivolo dall’intensa reazione controaerea. Venutagli a mancare la sicurezza di effettuare un preciso lancio, preferiva atterrare per la consegna del messaggio, anziché tentare di salvarsi con il paracadute sulle vicine montagne. Catturato dal nemico mentre consegnava il documento, veniva barbaramente fucilato. Immolava così la giovane, nobilissima esistenza nel supremo adempimento del dovere ed al sublime ideale della Patria. Cielo della Calabria e della Grecia, 10 agosto 1943 - 21 settembre 1943.[10].»
— D.C.P.S. 9 maggio 1947[11] «Giovanissimo pilota da caccia, animato da notevole ed inesauribile spirito aggressivo, sempre volontario nelle più rischiose e difficili azioni contro un nemico agguerrito, dava prova di grande capacità audacia e spirito di sacrificio. Volontario in una ardita e rischiosissima missione scendeva a mitragliare a bassissima quota un aeroporto nel cuore del territorio nemico. Incurante della forte reazione contraerea ripeteva più volte l'attacco finché colpito al motore era costretto ad atterrare nel campo nemico. Cielo della Calabria e della Grecia, 10 agosto-21 settembre 1943.»
— Regio Decreto 2 giugno 1944[12] NoteAnnotazioni
Fonti
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